STORIA E TRADIZIONI
Non è (il set) di Bridgerton ma la Palermo del '700: com'era la stagione dei matrimoni
L'atmosfera della città di una volta. Nei palazzi un trionfo di velluti, damaschi e merletti d’Olanda. Tra calici di acqua gelata dalle "neviere" e gli straordinari dolci
Anna (Kate Beckinsale) e Dracula (Richar Roxburgh) al ballo in maschera nel film "Van helsing"
questa volta vorrei essere un po' autoreferenziale e parlarvi della serie televisiva "Bridgerton" che ci ha fatto entrare nel mondo della nobiltà inglese, scardinando alcune norme ma in realtà enfatizzando dei comportamenti abituali dell’aristocrazia, strizzando l’occhio ai romanzi di Jane Austen.
Una delle ossessioni era la ricerca di un matrimonio perfetto, agognato da ogni madre, organizzato da padre o fratello per stringere alleanze e aumentare potere.
Nell’articolo di Maria Oliveri su Balarm, è stato fatto un accurato ritratto storico del '700 in Sicilia, narrando l’incredibile rogo dei ventagli, con le vicende storico-politiche che accompagnarono quel periodo, dove la Sicilia accolse comportamenti e mode francesi e inglesi.
Colti, raffinati, eleganti, potenti, i nobili furono molto attenti a creare una distanza tra loro e il popolo; persino l’uso delle lingue straniere li resero diversi dal popolo che parlava dialetto o un Italiano stentato.
Nei palazzi era in un trionfo di velluti, damaschi trine e preziosi merletti d’Olanda. I valletti servivano calici di acqua gelata arrivata dalle "neviere", sorbetti e gli straordinari dolci realizzate dalle monache, il tutto su tavoli ricoperti da preziosa fiandra.
All’inizio del 700 gli uomini portavano vestiti con maniche a sbuffo, farsetto, giamberga, camicia e cravatta, calze di seta e guanti. Con l’immancabile fazzolettino e spadino, facevano gli svenevoli riempiendo le dame di stucchevoli complimenti.
Tabacchiere, orologi, pulisci unghie, spille, binocoli, profumo, pastiglie in eleganti scatolette, per mascherare l’alito, costituivano l'ornamento di un gentiluomo. Le ragazze potevano essere accompagnate o ricevere l’invito a ballare, situazioni che potevano essere il preludio alle desiderate nozze.
Abbiamo detto che le donne sposate potevano non essere felici, alcune però ricordavano di essere “maritate” solo all’ora di desinare e la notte. Per il resto della giornata erano impegnate a scegliere l’outfit per i vari appuntamenti della giornata: visita alle amiche, ricevere ospiti magari sdraiate sui salottini Luigi XIV, spettacoli e le immancabili passeggiate serali alla Marina, luogo di convegni amorosi. Con la nascita dei figli una volta terminato l'affidamento a balie e precettori, con l’avanzare dell’età, l’interesse si concentrava sul destino delle figlie.
Intente nella preparazione della giovane, immaginavano la figlia vestita con l’abito di broccato d’argento il petto ricoperto di pizzi e gioielli, con l’immancabile giro di perle.
Un posto a Palermo era ritenuto luogo d’incontro per quella che era chiamata “La grande Conversazione”, Palazzo Cesarò, dove la nobiltà si riuniva, “ un’ora prima di notte”, per stringere rapporti, conversare, ascoltare pettegolezzi e anche organizzare matrimoni.
Sappiamo che nascere femmina rappresentava un problema, se poi le femmine erano più di una, la divisione del patrimonio era assolutamente da evitare. La dote era il grande cruccio, e attribuirne una a ognuna era assolutamente da evitare. Una andava in sposa , tutte le altre erano incoraggiate alla vita monastica.
Per i maschi era inoppugnabile che il patrimonio toccasse al primo maschio, gli altri o entravano nell’esercito o erano destinati alla vita religiosa, costretti a giocare sin da bambini con altarini e aspersori.
Seppur il destino fosse simile alle sorelle , la carriera ecclesiastica dei maschi poteva portare potere, inoltre seppur religiosi, erano tollerati i piaceri della gola e della carne. Le ragazze nobili avviate al monastero ,potevano avere una qualche autonomia e la dote che veniva assegnata dal padre, seppur più modesta le rendeva indipendenti economicamente. Alle suore di alto lignaggio era consentita una stanza e non una cella e una suorina come "cameriera personale".
Erano Libere di prendere decisioni e soprattutto non erano costrette a sposare uomini spesso molto più grandi, a “ fare figli” che acceleravano l’invecchiamento e le esponevano a morte prematura. Se qualcuno può opinare che alle religiose veniva precluso l’amore, c’è da dire che a quei tempi le giovani appena uscite dal convento si trovarono a confondere matrimonio e amore.
Alla giovane, veniva detto che l’amore sarebbe arrivato dopo il matrimonio "imparerai ad amarlo". La conoscenza del sesso aveva percorsi tortuosi: I maschi erano mandati in viaggio, raccomandando di frequentare alcuni "posti", oppure erano introdotti ai piaceri del sesso da donne più adulte che si dilettavano a ricevere nei loro salottini giovani imberbi.
Alle ragazze nessuna educazione se non qualche sommario insegnamento della madre alla vigilia del matrimonio. Quello che apprendevano spesso in maniera distorta proveniva da amiche, ma soprattutto dalle cameriere personali che spesso oggetto di desiderio del padrone, davano poi lezioni alle loro padroncine.
Le più ardite riuscivano a entrare in possesso di libri licenziosi come "Fanny Hill: or memoirs of woman of pleasure le vicende di una prostituta.
Una cosa era insegnata a tutte, come essere caste ma allo stesso tempo "birichine, languide e tenere”. I vestiti avevano un ruolo importantissimo, su tutto imperava il corsetto, autentico strumento di tortura che doveva stringere la vita delle ragazze sino a non farle respira, lasciando scoperte le spalle e mostrando il seno.
Seppur senza trucco, erano già a conoscenza di creme e ciprie vendute nei negozi. L’uso esagerato dei profumi, era necessario considerando la scarsa pulizia, coprivano sgradevoli odori. I medici ritenevano che l’uso frequente di bagni fosse potatore di malattie. Così le parrucche sia da uomo che da donna con vistosi riccioli venivano cosparse da talco profumato, spariranno dopo la Rivoluzione Francese.
Insomma, vizi e virtù di un'epoca andata tra più ombre che luci.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
|