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Stella, moglie del "Principone": a chi si ispira la principessa di Salina del Gattopardo

Molto diversa dal marito, prepotente e in cerca di attenzioni, è un personaggio all’ombra del Principe Fabrizio. Da chi prese spunto Tomasi di Lampedusa

Susanna La Valle
Storica, insegnante e ghostwriter
  • 11 marzo 2025

Rina Morelli interpreta Maria Stella di Salina

Aveva il corpo minuscolo, piccolina, arrivava appena al mento del possente marito, la chioma corvina, la pelle candida. Questa è la descrizione nel libro di Maria Stella, moglie Gattopardo.

Volutamente e profondamente diversa dal marito è un personaggio minore all’ombra del Principe Fabrizio. Caratterialmente fragile, con frequenti crisi isteriche che la portano a doversi ritirare nella sua stanza nelle quale aleggia il profumo di valeriana, rimedio per calmare i nervi.

Prepotente, perennemente in cerca di appoggio e considerazione da un marito che pur rispettandola e volendole bene non l’ama più.

Scalzata nella passione da Mariannina, la donna del popolo a cui il Principone riserva carezze e amplessi, il suo ruolo però di consorte rimane inamovibile: è la Signora della casa, colei che tiene tutto insieme, che conosce regole, classe e stile, la sola a cui è concesso di aspettare il marito seduta intorno al tavolo, durante i pasti.
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I suoi lamenti, pianti nervosi irritano il Principe che si assolve nelle sue scappatelle, dicendo che di questa donna, che considera anziana rispetto a lui che si sente nel pieno del vigore fisico, non ha mai visto l’ombelico, lei che gli ha dato 7 figli.

Devota, si segna con il segno della Croce durante i sempre più fugaci rapporti amorosi, esclamando nel momento "di maggiore emozione Gesummaria".

Del resto per le credenti ferventi l’atto coniugale oltre ad essere un obbligo, ha come unico scopo la procreazione. Si ricordano camice da notte con opportuna fessura per non mostrare la nudità, alcune di queste avevano persino ricamato “Non per piacer mio ma per dare un figlio a Dio".

I figli e il marito sono motivo d’orgoglio per Maria Stella, seppur non tutti presenti, manca Chiara, sposata e lontana, Giovanni il secondogenito che ha lasciato la famiglia per andare a Londra e vivere una vita diversa fuori dal contesto e status nobiliare, darà notizie di sé poche volte l’anno, ed il suo regalo per la mamma, un braccialetto di brillanti, arriverà quando lei sarà già morta.

Delicata come ogni nobildonna che si rispetti, ogni evento è motivo di stanchezza a cui deve seguire il riposo a letto. Maria Stella versa lacrime, ma sa anche intrattenere gli ospiti, sa conversare e spettegolare, per quanto è consentito nel bon ton aristocratico, il suo è un ruolo istituzionale.

La sua caparbietà più volte accennata nel romanzo diventa veemente accompagnata da voce stridula quando cercherà di opporsi senza alcun successo al matrimonio del nipote Tancredi con Angelica Sedara: "Non lo farai, Non lo devi fare", a cui il marito risponderà: "Non voglio grida a casa mia, decido io".

Maria Stella Salina nel Romanzo morirà consumata dal diabete, prima del marito. Il Principe continuerà la sua vita sempre più estraniato rispetto a un mondo che non lo rappresenta più, di cui sa di non fare più parte.

Prima della morte avrà pochi ricordi della moglie “Due settimane prima del matrimonio; Sei settimane dopo; Mezz’ora in occasione della nascita del primogenito”.

Personaggio liminare vive di superficialità ed esteriorità, accetterà senza mai protestare i tradimenti del marito considerati un giusto sfogo a dei bisogni.

Nella realtà sappiamo che Il vero Principe Giulio Fabrizio bisnonno dello scrittore, fu ben diverso dall’affascinate Gattopardo. Appassionato di Astronomia, non si interessò alla politica, condividerà con il personaggio il nome, corporatura, statura, colore dei capelli.

Tomasi di Lampedusa nella lettera all’amico Enrico Merlo confiderà che il suo personaggio sarà molto più dell’originale, avrà charme, intuito, intelligenza, pragmatismo.

Il vero Principe di Lampedusa (Salina è un’invenzione letteraria), si dedicherà solo alle sue ricerche, disinteressandosi delle proprietà, morirà senza redigere un testamento, fatto che causerà contese e dispute che porteranno alla perdita del patrimonio.

Sposerà Maria Stella Guccia, figlia del marchese di Ganzaria e zia del matematico Giovanni Battista Guccia, insieme ebbero dodici figli , sette femmine e cinque maschi, tre dei quali moriranno.

Dalle poche immagini che abbiamo della vera Principessa, questa appare molto diversa dalla minuta, nervosa quasi infantile consorte del Gattopardo, quello che condivideranno sarà il nome.

Nel Romanzo del Gattopardo, la Principessa appartiene ai Duchi di Màlvica, famiglia realmente esistente, forse non particolarmente gradita allo Scrittore, leggiamo quando il Principe parla del primogenito: «Con la sua doppia dose di sangue Màlvica, con gl'istinti goderecci, con le sue tendenze verso un'eleganza borghese».

Dove i termini "godereccio e eleganza borghese" non sono dei complimenti.

Ma a chi si ispirò Tomasi di Lampedusa per la sua Principessa di Salina, che seppur marginale è funzionale al romanzo?

Probabilmente alle tante aristocratiche che ebbe modo di conoscere, tutte con quella prepotenza frenetica e ansiosa, portata all’enfasi, con una vena di follia negli occhi, impegnate ad assolvere con dedizione ai loro doveri, facili al singhiozzo, indolenza e passività, hanno quello che Tomasi di Lampedusa descrive come "facoltà di ridurre le emozioni al minimo comun denominatore".

Un ritratto forse non troppo lusinghiero ma sicuramente realistico, come lo fu quello delle giovani rampolle dell’aristocrazia etichettate come "scimmiette".

Rina Morelli grandissima attrice è il volto iconico di Maria Stella nel film di Visconti, come il marito Paolo Stoppa sarà quello di Sedara, il padre di Angelica.

La ricordo Immobile, raccolta composta, con continui movimenti degli occhi che esprimono quel groviglio di emozioni, la vedo con la sua piccola e delicata manina avvinghiarsi "alla Zampaccia” del Gattopardo, determinata e consapevole, nel bene e nel male, del suo ruolo.
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