AMBIENTE
Ha cinque petali ed è una specie "aliena": dopo le piogge ora ricopre la Sicilia
Molti di noi conoscono questa specie anche grazie alle numerose gite in campagna sin quando eravamo piccoli, quando eravamo abituati a succhiarne gli steli

I fiori di acetosella
Trattasi dell’Acetosella gialla, una specie spesso confusa dagli antichi contadini siciliani con il "Pisciacane" (ovvero il tarassaco), chiamata così per via di un’antica leggenda che raccontava come i cani ne fossero attratti per urinarci sopra.
Molti di noi conoscono questa specie anche grazie alle numerose gite in campagna, d'obbligo quando eravamo più piccoli, in cui eravamo abituati a succhiarne gli steli per ricavarne un liquido zuccherino dal sapore leggermente speziato e acido.
In verità l’Acetosella gialla – vero nome scientifico Oxalis pes-caprae – come molte altre specie del suo gruppo è una pianta medicinale, di cui se ne consiglia un consumo moderato a causa delle sue elevate concentrazioni di acido ossalico, un acido molto forte che può irritare le pareti intestinali ed essere letale se ingerito in dosi elevate.
Molte erbe spontanee siciliane si sono viste infatti ridurre l’areale a seguito della diffusione dell’Acetosella gialla e a seguito del loro declino altre specie – principalmente gli insetti – hanno dovuto cambiare dieta e svolgere altrove il loro ruolo d’impollinatori.
Nel suo areale d’origine, l’Acetosella gialla è nota anche come condimento per molteplici pietanze. In Sudafrica, per esempio, è ingrediente di un tradizionale stufato di carne di agnello, chiamato waterblommetjiebredie, che attrasse moltissimo gli esploratori europei che giunsero per la prima volta nei dintorni della provincia del Capo.
Le modalità con cui questa specie giunse in Sicilia (ma anche in altre aree del mediterraneo) sono note. Alcuni esemplari di Acetosella giunsero all’interno degli orti botanici e dei vivai che vendevano specie esotiche e i loro semi vennero dispersi accidentalmente tramite la rivendita del suolo.
Visto che la Sicilia presenta un clima molto simile a quello della regione del Capo, questi semi riuscirono a germinare velocemente e a trovare un ambiente idoneo per la loro sopravvivenza.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÚ LETTI
-
CINEMA E TV
È palermitana e la vedi ancora su Rai 1: chi è la nuova attrice in "Mina Settembre"