Viene dal mare ma vive nei fiumi in Sicilia: se c'è questo granchio l'acqua è pulita
Una specie che per occupare le nostre aree umide ha dovuto affrontare milioni di anni di evoluzione e diversi cambiamenti, che lo hanno trasformato. La storia

Potamon fluviatile
In Sicilia è presente una specie alquanto particolare, che sebbene provenga dal mare e da un contesto particolarmente salino si è perfettamente adattato per vivere nelle dolci acque fresche dei nostri fiumi e dei nostri stagni interni, divenendo un importante indicatore ambientale di salute dei nostri ecosistemi.
Stiamo parlando del granchio di fiume (Potamon fluviatile), una specie che per occupare le nostre aree umide interne ha dovuto affrontare milioni di anni di evoluzione e diversi cambiamenti, che ne hanno trasformato il comportamento e il corpo.
Trattasi di una specie che si trova anche lungo la penisola italiana e che è possibile trovare esclusivamente in Europa, in particolare in alcune aree isolate dei Balcani e della Grecia.
In Sicilia questa specie si trova soprattutto all’interno delle aree naturali e dei Parchi regionali, dove si ciba di insetti e larve nonché di alghe e muschi, che potrebbero in teoria prendere il sopravvento nei bacini idrici, causando gravi problemi.
Per via dell’inquinamento dei fiumi e dell’introduzione di specie esotiche, come la tartaruga palustre dalle guance rosse americana (Trachmys scripta), il granchio di fiume attualmente sta vivendo un momento di profonda crisi, con una riduzione progressiva del suo areale negli ultimi anni e un crollo demografico che sta portando gli scienziati a temere la sua estinzione in alcune regioni della penisola.
La sua raccolta illegale da parte di pescatori di frodo e bracconieri ha anche causato un importante impoverimento genetico, con la scomparsa di alcune popolazioni locali considerati importanti per il benessere riproduttivo della specie.
Particolarmente fotogenico, questo piccolo granchio grande poco meno di 45 mm ha l’abitudine di stazionare sopra alcuni ciottoli, sotto il livello dell’acqua, con la speranza di acchiappare gli insetti che svolazzano poco sopra il bordo con la superficie. Tollerante a bassi livelli di umidità, questa specie è in grado anche di allontanarsi dalle aree umide, in modo tale da esplorare le campagne alla ricerca di nuove pozze d’acqua o di luoghi in cui costruire la tana invernale.
Attivo soprattutto in primavera e in autunno, questa specie entra nel periodo dell’accoppiamento tra giugno e settembre, mentre le suo uova si schiudono dopo circa 40 giorni d’incubazione.
I suoi principali nemici naturali sono gli uccelli che abitano nei pressi dell’aree umide, i ratti e le volpi, quest’ultime in particolare durante l’estate, essendo in grado con l’olfatto d’individuarne facilmente gli esemplari sotto gli strati di fango nei fiumi in secca.
Stiamo parlando del granchio di fiume (Potamon fluviatile), una specie che per occupare le nostre aree umide interne ha dovuto affrontare milioni di anni di evoluzione e diversi cambiamenti, che ne hanno trasformato il comportamento e il corpo.
Trattasi di una specie che si trova anche lungo la penisola italiana e che è possibile trovare esclusivamente in Europa, in particolare in alcune aree isolate dei Balcani e della Grecia.
In Sicilia questa specie si trova soprattutto all’interno delle aree naturali e dei Parchi regionali, dove si ciba di insetti e larve nonché di alghe e muschi, che potrebbero in teoria prendere il sopravvento nei bacini idrici, causando gravi problemi.
Per via dell’inquinamento dei fiumi e dell’introduzione di specie esotiche, come la tartaruga palustre dalle guance rosse americana (Trachmys scripta), il granchio di fiume attualmente sta vivendo un momento di profonda crisi, con una riduzione progressiva del suo areale negli ultimi anni e un crollo demografico che sta portando gli scienziati a temere la sua estinzione in alcune regioni della penisola.
La sua raccolta illegale da parte di pescatori di frodo e bracconieri ha anche causato un importante impoverimento genetico, con la scomparsa di alcune popolazioni locali considerati importanti per il benessere riproduttivo della specie.
Particolarmente fotogenico, questo piccolo granchio grande poco meno di 45 mm ha l’abitudine di stazionare sopra alcuni ciottoli, sotto il livello dell’acqua, con la speranza di acchiappare gli insetti che svolazzano poco sopra il bordo con la superficie. Tollerante a bassi livelli di umidità, questa specie è in grado anche di allontanarsi dalle aree umide, in modo tale da esplorare le campagne alla ricerca di nuove pozze d’acqua o di luoghi in cui costruire la tana invernale.
Attivo soprattutto in primavera e in autunno, questa specie entra nel periodo dell’accoppiamento tra giugno e settembre, mentre le suo uova si schiudono dopo circa 40 giorni d’incubazione.
I suoi principali nemici naturali sono gli uccelli che abitano nei pressi dell’aree umide, i ratti e le volpi, quest’ultime in particolare durante l’estate, essendo in grado con l’olfatto d’individuarne facilmente gli esemplari sotto gli strati di fango nei fiumi in secca.
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