AMBIENTE
Il suo nome è dedicato alla Sicilia, vive nei boschi: la puoi vedere (solo) nell'Isola
Animale schivo e timoroso in genere sfrutta gli anfratti presenti già naturalmente nel terreno o occupa le tane prodotte da altri animali. Ora rischia l'estinzione
Un esemplare di crocidura sicula
Molte di queste creature si possono trovare solo nel nostro territorio ed è per questa ragione se vengono definite "endemiche", ovvero appartenenti ad un unico luogo.
Fra queste specie ci sono diversi organismi che presentano la parola "Sicilia" o "Trinacria" nel nome, ad indicare ulteriormente che essi appartengono in maniera esclusiva alla nostra isola (sebbene in alcuni casi non sia propriamente così, come nel caso della lucertola Podarcis sicula, che in verità si trova anche in altre aree del Mediterraneo).
E tra queste specie una delle più particolari è la Crocidura sicula, nota in italiano come Toporagno siciliano.
Un tempo questo piccolo mammifero si poteva trovare facilmente all’interno delle campagne siciliane, ma risultando molto fragile nei confronti della presenza di diserbanti e di altre sostanze chimiche nel terreno la sua popolazione si è sensibilmente ridotta, tanto da essere oggi utilizzato dagli esperti come un buon indicatore della qualità delle campagne.
Non supera mai i 12 cm di lunghezza, considerando anche la coda, e il suo peso si aggira fra i 4 e 9 grammi. Specie terricola, preferisce di gran lunga fuoruscire dalla sua tana di notte, per non essere cacciato dai predatori diurni.
Sfortunatamente, però, esso diviene spesso vittima dei rapaci notturni e dei gatti (selvatici o rinselvatichiti), che sono i suoi predatori naturali per eccellenza.
Presente esclusivamente in Sicilia e sull’isola di Gozo, a Malta, presenta delle varietà e delle sottospecie. Per quanto riguarda l’isola di Ustica, la sua popolazione presenta una pelliccia leggermente più scura rispetto alla media della restante parte della nostra regione, mentre sulle Egadi è presente la sottospecie Crocidura sicula aegatensis, identificata da Hutterer nel 1991.
A Gozo è presente la sottospecie Crocidura sicula calypso, identificata sempre da Hutterer nel 1991, mentre i paleontologi hanno identificato un’altra specie (Crocidura sicula esuae), oggi estinta, vissuta nel Pleistocene Medio.
La sottospecie nominale è invece definita dagli scienziati Crocidura sicula sicula.
Animale schivo e timoroso, la Crocidura in genere sfrutta gli anfratti presenti già naturalmente nel terreno o occupa le tane prodotte da altri animali terricoli, in modo da risparmiare le forze e non dover spendere molte energie nella realizzazione di tunnel nel terreno.
Vive anche nei principali boschi siciliani e dal punto di vista conservazionistico viene considerata una delle specie più importanti da tutelare della nostra regione, anche se la IUCN – l’Unione internazionale sulla conservazione della natura, affiliato all’ONU – la reputa a rischio minimo.
L’impatto passato dei pesticidi sulla sua popolazione ha però dimostrato quanto questa specie sia vulnerabile e come necessiti un monitoraggio costante, per non rischiare di cadere vittima dell’estinzione.
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