ARTE E ARCHITETTURA
“Due sipari per due Sicilie”: il calendario Di Meo
Scelto come location per la presentazione del calendario Di Meo, il Teatro Politama Garibaldi di Palermo riporta alla luce il suo storico sipario ottocentesco
Dopo il successo di New York, Parigi e Milano, giunto alla sua 8° edizione, il calendario 2010 dei fratelli Di Meo, “Due teatri per due Sicilie, i Mancinelli e i loro sipari”, e raffigurante per l’appunto due sipari di due prestigiosi teatri italiani, come il San Carlo di Napoli e il Teatro Politeama Garibaldi di Palermo, quest’anno verrà presentato nella nostra città. L’evento, su inviti, è previsto venerdi 27 novembre alle ore 21, proprio presso il Teatro Politeama Garibaldi (piazza Ruggero Settimo, Palermo), che per l’occasione riporta alla luce il suo storico sipario datato 1891. Per l’occasione, si è deciso di organizzare una festa esclusiva, in perfetto stile “Gattopardo”, invitando all’incirca 1000 fra i membri dell’aristocrazia internazionale, rigorosamente in black tie, stravolgendo l’assetto del tatro, che solo per quella notte assumerà un aspetto tipico dell’'800 palermitano. Prevista inoltre la presenza di due illustri fotografi, come Umberto Pizzi (fotografo di Dagospia) e Mario Spada (fotografo del film Gomorra), e l’utilizzo di due maxischermi che proietteranno in tempo reale la serata di gala.
Divenuto oggi un oggetto riconosciuto a livello internazionale, il calendario nasce grazie al lavoro e all’amore dei tre fratelli campani, Generoso, Erminia e Roberto Di Meo, che tutt’oggi portano avanti l’azienda agricola di famiglia (fondata nel 1986) specializzata nella produzione di vino; quest'anno mette a confronto due grandi artisti come Giuseppe e Gustavo Mancinelli (padre e figlio), che a distanza di cinquant’anni, prima e dopo l’Unità d’Italia, hanno dato vita a rinomate opere d’arte, tra le quali spiccano proprio l’ideazione e la creazione dei due sipari. Giuseppe Mancinelli (maggiore esponente del romanticismo ottocentesco a Napoli), realizzò il sipario del San Carlo di Napoli, raffigurante il Parnaso nel 1854, mentre il figlio Gustavo, pittore presso la casata dei Savoia, e residente a Palermo, diede vita al sipario del Teatro Politeama, raffigurante l’arrivo a Siracusa di Eschilo che presenta a Gerone le Etnee nel1891. E proprio a quest’ultimo è dedicata parte della serata: infatti il prestigioso lavoro del Mancinelli figlio, recuperato nei magazzini del Tatro Massimo, rivedrà la luce dopo cinquant'anni. «1855- 1891. Due epoche, due sensibilità lontane, l’una classica l’altra moderna, due modi di intendere la classicità e il mito. - dichiara al riguardo Vittorio Sgarbi - Compito del teatro, come di tutta l’Arte, secondo la felice indicazione del tema della Biennale di Venezia di quest’anno, è “fare mondi”. Un nuovo mondo al Politeama». Per informazioni consultare il sito www.dimeo.it.
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