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Avevano l'oro bianco, Franca Florio le rifiutò: donne e "matri" (senza nome) in Sicilia

Qualcuno forse le conosce dai ricordi dei nonni. Quella dell’oro bianco è una storia dimenticata ma è anche testimonianza di una Sicilia che fu. Ve la raccontiamo

Susanna La Valle
Storica, insegnante e ghostwriter
  • 30 marzo 2025

Annetta nel film "La Balia" di Marco Bellocchio, 1999

Era chiamato “oro bianco” il latte delle donne, ricordato persino nelle immagini Sacre delle Madonne del Latte. Determinante in un periodo in cui il latte artificiale non esisteva, un nutrimento che poteva determinare vita o morte. La sua importanza per bisogno o per prassi fece nascere le balie, donne che allattarono figli di altre a prescindere dallo stato sociale di provenienza dei piccoli.

Nel “Continente” esisteva un vero e proprio mercato del latte con sensali, per lo più ex balie, che reperivano le nutrici, per lo più Ciociare. Queste donne con i loro seni generosi, fianchi larghi, forti e avvezze ai lavori pesanti, facevano diventare il proprio latte merce preziosa, un business che poteva essere pagato anche 3 o 4 volte la paga di un uomo; molte case furono restaurate se non addirittura costruite con il loro latte considerato un grande sollievo economico.

Con il baliatico o in dialetto “baliatura”, le donne lasciavano con non poca sofferenza le famiglie e i propri neonati che venivano a loro volta svezzati da vicine o parenti.

Per svolgere questo lavoro gli veniva assegnato un corredo, attenzioni, persino collane di coralli considerate pietre che favorivano il latte, con le quali tornavano orgogliose a casa dopo circa un anno e mezzo, magari per avere un altro bambino e continuare questo lavoro.

Per valutare la candidata si controllava lo stato di salute, l’altezza, persino colore dei capelli, altre ispezioni erano “il Tocco”, tastare il seno o lo “schizzo” per controllare fin dove arrivava il latte. Intorno all’allattamento fiorirono studi che riconobbero come migliore il latte delle nutrici italiane; linee guida e raccomandazioni arrivarono a far dire a un medico francese che fosse preferibile l’astenersi dai rapporti sessuali durante l’allattamento "con i rapporti sessuali il latte ha un cattivo odore ed è pernicioso per il bambino". Motivo ulteriore per allontanare le balie da casa.

Osteggiato sin dal Medioevo dalla Chiesa, l’allattamento surrogato se non per casi di necessità, era per i religiosi una forma di peccaminosa vanità.

Le balie del Continente viaggiarono, raggiunsero persino l’Egitto per allattare i pargoli delle famiglie inglesi durante la costruzione del Canale di Suez, oltre a raggiungere le grandi città italiane.

Nella nobiltà, nell’alta borghesia, o nel mondo del cinema e teatro, il desiderio di tornare subito in forma, la ripresa di una vita normale di coppia, il sempre crescente ruolo delle donne come rappresentanti dello status sociale del marito, portarono al ricorso abituale delle balie.

Una prassi così comunemente accettata che portò stupore e curiosità la volontà di Franca Florio di allattare al seno il figlio maschio.

Tra le balie retribuite vi furono anche quelle che dietro un modesto compenso, allattarono oltre ai propri figli anche i neonati abbandonati da ragazze madri o prostitute nella ruota di orfanatrofi, conventi e chiese. In questo caso più che un commercio fu un atto filantropico, considerando che il più alto tasso di morte era proprio quello dei bimbi esposti.

Anche la Sicilia ebbe le sue balie, anche se qui l’allontanamento da casa come nel caso delle ciociare fu più difficile. Dinamiche culturali e tradizionali, la criticità negli spostamenti fecero in modo che le nutrici furono reperite nel circuito interno del personale dei grandi casati.

Nella famiglia padronale, le balie erano con i propri figli che diventavano con quelli dei Signori fratelli di latte, con i quali crescevano insieme istaurando a volte un importante rapporto. Riservo e discrezione hanno spesso cancellato nelle biografie il nome di queste donne.

Diversa natura fu il baliato nei paesi o nei quartieri poveri della Sicilia, i piccoli venivano allattati da altre in caso di morte della madre, temporanea malattia o assenza di latte.

Pino racconta che nel suo paese, c’erano diverse donne che allattavano figli di altre e che venivano chiamate “matri di latti” come nel caso di una sua zia nata nel 1935 che venne allattata da una vicina perché le era morta la mamma. La madre di Angela ricorda che quando una donna stava male venivano portati i neonati ogni 3 ore dai parenti della malata, per essere allattati fino a guarigione completa.

Caso particolare è quello di Santino che racconta di un bimbo allattato da una donna il cui suocero fu ucciso proprio dal padre del neonato. Siamo ai tempi di Liggio, la moglie del killer non avendo latte chiese aiuto alla famiglia dell’ucciso a cui era nata nello stesso periodo una bambina. Una storia dove la vendetta non prese il posto della vita di un innocente.

Atto d’altruismo che ci riporta a un tempo in cui i così detti codici d’onore erano ben diversi, rispetto alla carneficina che non fece differenza tra uomini, donne e bambini. Si dice che i due si siano poi incontrati da adulti.

Carmelina mi parla della nonna oggi novantunenne che allattò tra parenti e conoscenti ben 10 bimbi. I suoi seni prorompenti erano ricchi di sostanze nutritive, i suoi figli venivano pesati sulla statia, l’antica bilancia, per controllarne la crescita prodigiosa. La baliatura in questo caso non era fonte di commercio si ricevevano in dono: uova, prodotti dell’orto o farina.

Carmelina ricorda che anni fa incontrando un’anziana, alla domanda “a cu apparteni” diede il nome della nonna, questa rispose che grazie a lei suo figlio era vivo; priva completamente di latte aveva provato a nutrirlo con latte d’asina dal costo proibitivo. Quest’uomo che vive in America, Carmelina ha modo di vederlo quando torna in paese, inevitabilmente pensa alla potente connessione che c’è fra loro.

L’oro bianco è una storia ormai dimenticata, i bimbi sono sempre più allattati artificialmente, uno di quei cambiamenti profondi della società. Le balie non ci sono più, fanno parte anche loro di un mondo che oggi consideriamo arcaico.
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