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Se lo vedi passare in Sicilia è un buon segno: qual è l'animale simbolo della primavera

Viene dall'Africa, ha un grande ciuffo e un nome onomatopeico. Avvistata nel Canale di Sicilia in un determinato periodo dell'anno, è la specie simbolo della Lipu

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 20 marzo 2025

Upupa (foto di Dûrzan Cîrano da Wikipedia)

La migrazione primaverile degli uccelli è alle porte e sono già diverse le specie che sono arrivate in Sicilia dall’Africa, fra cui l’Upupa (Upupa epops), considerata dagli ornitologi uno degli uccelli più belli ed importanti in assoluto presenti in Italia, tanto da essere stata scelta come animale simbolo dalla Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU).

Come ogni marzo, questa specie è stata avvistata lungo il Canale di Sicilia durante la sua lunga migrazione verso l’Europa e diversi esemplari sono stati fotografati nel corso degli ultimi giorni all’interno delle principali riserve dell’isola, come il Parco dei Nebrodi e la R.N.O. di Bosco di Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago.

L'upupa è nota al grande pubblico per il suo grande ciuffo, per l’essere una delle poche specie in grado di cibarsi della tanto temuta processionaria (di cui abbiamo parlato solo poche settimane fa), per il suo becco sottile e per il suo peculiare verso, che tra l’altro ha ispirato gli stessi biologi intenti a scegliere il suo nome scientifico.
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Il termine upupa non è infatti altro che un nome onomatopeico, che si riferisce al canto dei maschi (il cui suono fa “up-up-up”) emesso durante la stagione riproduttiva.

Questi animali di solito sono lunghi poco meno di 30 centimetri e hanno un'apertura alare di circa mezzo metro. Si cibano prevalentemente di invertebrati, catturando vermi, formiche e larve di insetti dal suolo o dal legno marcescente tramite il lungo becco affilato, che sfruttano come una sorta di pinzetta.

A differenza inoltre di molti altri uccelli, questa specie non gode di dimorfismo sessuale. Ciò vuol dire che dal punto di vista fisico maschi e femmine sono del tutto identici e che non è possibile determinare il sesso studiando il piumaggio, ma analizzando esclusivamente il comportamento dell’animale.

I maschi, per esempio, offrono alla loro potenziale partner dei doni alimentari, dopo averla attratta tramite il richiamo sonoro.

Noti per essere fra gli uccelli maggiormente ricercati dai fotografi naturalisti, le upupe prediligono inoltre riposare all’interno di frutteti e boschetti, nidificando in cavità o all’interno di vecchie casupole abbandonate. Ciò permette quindi di trovarli anche all’interno delle città o nei pressi delle periferie, magari vicino qualche parco urbano o struttura abbandonata, risultando fra le specie più belle ed ecologicamente importanti degli ecosistemi urbani.

Le associazioni ambientaliste stimano che per diversi fattori la loro popolazione stia leggermente calando nel corso degli ultimi anni e secondo alcuni studi questa specie possiede una popolazione di circa 20.000-50.000 coppie in Italia. Ciò li porta ad essere fra le specie a minor rischio d’estinzione del nostro Paese, ma ciò non vuol dire che questi uccelli non corrano qualche rischio, in particolare durante le fasi finali della loro migrazione lungo il Canale di Sicilia e il Tirreno meridionale.

Ricercati dai collezionisti, questi uccelli possono infatti cadere vittima del bracconaggio e della vendita illegale di fauna selvatica ed è per questa ragione se le loro popolazioni vengono tutelate.

Al di fuori della Sicilia, questa specie è avvistabile in diverse altre regioni italiane, come in altri Paesi europei. Il loro metabolismo gli permette infatti di raggiungere anche regioni molto più fredde della nostra, che presenta un clima molto simile a quelli dei paesi africani in cui vanno a rifugiarsi durante l’inverno.

Specie monogama, l’upupa di solito produce infine dei nidi contenenti 12 uova, la cui maturazione avviene in circa 18 giorni. Ciò ha permesso a questa specie di possedere folte popolazioni, in grado di occupare anche buona parte dell’Asia centrale e meridionale.
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