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I documenti inediti dei Florio consultabili da tutti: l'archivio della casata alla Tonnara

È una delle iniziative per commemorare i 220 anni dall’avvento della Famiglia Florio in Sicilia, avvenuto esattamente nell’ottobre del 1799

Balarm
La redazione
  • 4 ottobre 2019

La Palazzina dei Quattro Pizzi all'Arenella di Palermo

Ai "Quattro pizzi" dell'Arenella sarà possibile consultare l'archivio dei documenti della casata dei Florio con tanti documenti inediti. Questo dovrebbe accadere nel 2020, quando saranno consultabili decine di migliaia di documenti raccolti dalla famiglia e da collezioni private nella casa dei Florio, oggi più nota come Tonnara Florio all’Arenella.

Ad annunciarlo è lo storico Vincenzo Prestigiacomo, presidente del Comitato scientifico di Casa Florio. L'iniziativa fa parte di una più ampia manifestiazione per commemorare i 220 anni dall’avvento della Famiglia Florio in Sicilia, avvenuto esattamente nell’ottobre del 1799.

«Questo è uno di una serie di progetti culturali che saranno sviluppati ai ‘Quattro Pizzi’, primo esempio di edificio in stile neogotico, che lo Zar Nicola I volle riprodurre nella reggia di Peterhof – spiega Vincenzo Prestigiacomo - poi distrutta durante la Seconda guerra mondiale e che ha recentemente ospitato i 42 direttori dei musei Guggenheim di tutto il mondo riuniti a Palermo».
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Tra i documenti che saranno consultabili diversi inediti, come la richiesta di pizzo che ricevette Ignazio Florio.

«Fra il 1906 e il 1907 Ignazio Florio ricevette una missiva anonima contenente un’inequivocabile richiesta di pagamento di ‘pizzo’ da parte della mafia palermitana. - dice Prestigiacomo - Ma il cavaliere, secondo i nostri studi, si rifiutò di cedere al ricatto. Riteneva, infatti, di potere tenere testa all’organizzazione criminale grazie alla sua enorme popolarità che gli derivava dall’avere creato un impero produttivo che dava lavoro a decine di migliaia di persone e dall’avere istituito nel rione Olivuzza una mensa che ogni giorno sfamava 500 poveri. Insomma, pensò, se la mafia avesse colpito i Florio il popolo palermitano si sarebbe sollevato».

«Ignazio - continua Prestigiacomo - fece male i suoi conti, infatti la mafia non aspettò molto a reagire al rifiuto dei Florio, ciò in quanto già nel 1897 Ignazio Florio aveva licenziato i suoi due capi guardiani, i fratelli Noto, avendo scoperto che si trattava dei capi mandamento dell’Olivuzza e probabili mandanti del rapimento a scopo estorsivo di Audrey Whitaker. Sommando i due ‘affronti’, la mafia decise di agire e, secondo tradizione, si vendicò ‘a scoppio ritardato’: dopo un anno, nel 1908, un incendio doloso distrusse il Villino Florio all’Olivuzza».

Uno scrigno sul mare - quello dei Quattro pizzi - pieno di tesori di architettura, arte, letteratura e storia, che insieme con gli eredi Florio si vorrebbe fare diventare un centro di produzione culturale.
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