CULTURA
Un nuovo e grande Museo in Sicilia: sarà sul mare, nel trecentesco Castello di Schisò
Fino a oggi di proprietà della famiglia Paladino, il castello è un edificio di oltre tremila metri quadrati circondato da un grande giardino che si affaccia sul mare
Il Castello di Schisò
A sottoscrivere queste parole è lo stesso presidente Nello Musumeci che ha portato a termine l'acquisizione da 3 milioni e 400mila euro.
Sarà un museo archeologico: un'idea di cui si parla da decenni e in cui non credeva più nessuno. Ma secondo l’assessore regionale ai Beni culturali Sebastiano Tusa è importante che ci sia «Un grande Museo archeologico nella città che fu la prima colonia greca di Sicilia».
Il castello è dei primi anni del Quattordicesimo secolo ed è un edificio di oltre tremila metri quadrati incastonato in un grande giardino che si affaccia sulla baia di Naxos, in riva a uno dei tratti di mare più famosi.
Dai primi del Novecento e fino a oggi di proprietà della famiglia Paladino, il castello è stato negli ultimi anni al centro di vicende che non avevano consentito l’acquisizione al patrimonio regionale.
Oggi il problema è stato risolto e sono in fase di progettazione gli interventi per la valorizzazione del prestigioso immobile.
Si affaccia sulla baia di Giardini Naxos, è stato costruito a cavallo del XIII e XIV secolo: edificato nella forma attuale su uno sperone roccioso formato da una colata lavica di età preistorica, il nome Schisò deriva dalla parola araba Al Qusus che significa "seno" o "torace" e identifica le due formazioni vulcaniche sulle quali poggiano le fondamenta, formazioni visibili sul prospetto anteriore.
Fu ricostruito nel Sedicesimo secolo con una torre di avvistamento idonea a sorvegliare Capo Schisò, la baia compresa fino a Capotaormina a nord e il golfo di Riposto a sud, a difesa delle incursioni dei pirati guidati da corsaro turco Khayr al-Din Barbarossa.
Sul lungomare si affaccia la parte nobile e residenziale del complesso, all'interno del castello era installata l'attrezzatura per la raffinazione e distillazione dei prodotti della canna da zucchero, la produzione di questa coltura era un'attività lucrativa sorta intorno al XVI secolo estesa dagli spagnoli, praticata in epoca normanna e introdotta dagli arabi in Sicilia.
Rinnovato nel tardo Diciannovesimo secolo con l'aggiunta di balconi sulla facciata, delle primitive torri cilindriche d'avvistamento ne restano due e delimitano la corte interna della costruzione.
La regione Siciliana aveva già inserito il Castello di Schisò nel complesso del parco archeologico comprendente il Museo e l'area archeologica di Giardini Naxos.
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