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Si chiama Estate di San Martino: è una storia di carità, muffolette e "mustu che diventa vinu"

Ovunque, in Sicilia, per l’estate "autunnale" di San Martino la festa è grande e molto gustosa, tutta da assaporare. Qual è la storia legata a questo giorno e come si festeggia nell'Isola

Roberta Barba
Storico dell'arte
  • 7 novembre 2021

Per i siciliani ogni scusa è buona per festeggiare ogni ricorrenza preparando e gustando pietanze tipiche. Se poi in quei giorni il tepore sembra riscaldare l’animo e il cuore degli isolani dopo il primo freddo autunnale la festa raddoppia.

Così nella giornata dell’11 novembre, i siciliani festeggiano San Martino e la cosiddetta “Estate di San Martino”. Martino, originario della Pannonia, l’attuale Ungheria, è uno dei santi più venerati nel mondo occidentale. La sua storia si colloca intorno al 300 d.C., è nato da genitori pagani, suo padre era un ufficiale dell'esercito romano; è stato vescovo di Tours e ha condotto una vita monastica in un convento fondato da lui stesso.

Ma prima di convertirsi alla religione cristiana, è stato un soldato romano. Infatti, nel 331 d.C. un editto imperiale obbligò tutti i figli di veterani ad arruolarsi nell'esercito romano e Martino venne inviato in Gallia, nella città di Amiens, dove passò la maggior parte della sua vita militare.
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Faceva parte di truppe non combattenti che garantivano l'ordine pubblico, la protezione della posta imperiale, il trasferimento di prigionieri e la sicurezza di personaggi illustri. Il suo compito era la ronda di notte, l'ispezione dei posti di guardia e la sorveglianza notturna delle guarnigioni.

Si narra che proprio durante una ronda, in una notte fredda e piovosa Martino donò metà del suo mantello ad un mendicante seminudo e infreddolito. In seguito a questo gesto, il cielo si schiarì e la temperatura diventò più mite. La notte seguente vide in sogno Gesù rivestito del suo mantello militare. Questo sogno fu per Martino così importante che decise di divenire cristiano e nel 371 d.C. i cittadini di Tours lo proclamarono vescovo.

Oggi, San Martino è patrono delle Guardie Svizzere pontificie e di mendicanti, albergatori, cavalieri. Dall’episodio del mantello deriva l’espressione “Estate di San Martino”. E, in effetti, questa “estate” particolare coincide proprio con un periodo autunnale in cui, dopo il primo freddo, si verificano condizioni climatiche di bel tempo e tepore. Così in molte regioni d’Italia e soprattutto in Sicilia l’11 novembre, data della sua sepoltura, si festeggia la Festa di San Martino, bevendo vino e mangiando castagne e altri cibi tipici. Infatti, questa data è simbolicamente associata alla maturazione del vino nuovo. Da qui il detto “a San Martinu ogni mustu diventa vinu”, proverbio legato proprio all’usanza di aprire le prime botti di vino nuovo.

Altro detto soprattutto delle zone interne dell’isola è “S’ammazza lu porcu e si sazza lu vinu”, questo proverbio è legato all’usanza di alcune località siciliane in cui viene macellato il maiale per farne prosciutti, salami, zamponi e salsicce da assaporare con vino nuovo.

Oltre al vino e ai salumi, in questa calda giornata autunnale si gustano altre particolari e appetitose pietanze. Ad esempio, nel palermitano si mangia u viscottu di San Martino abbagnatu, biscotto rotondo aromatizzato con semi di anice, che viene gustato bagnato nel vino moscato di Pantelleria.

Il biscotto destinato ad essere inzuppato nel moscato è chiamato tricotto, cioè cotto tre volte, croccante e molto friabile, e non il rasco – anch’esso tipico del palermitano – cioè “raschiato”, che si prepara lasciando macerare il biscotto nel rhum, poiviene svuotato e farcito con ricotta.

Vi è poi la muffoletta di San Martino, soffice pagnotta profumata al finocchietto selvatico, condita in modi diversi a seconda delle provincie siciliane: c’è chi la preferisce ancora calda, condita con un filo d’olio, origano, filetti di acciuga sottolio e pomodoro a fette; chi, invece, condita con ricotta e miele; e chi ancora come gli abitanti delle zone dei Nebrodi la preferiscono condita con sugo e ragù di maiale.

Nel trapanese, si degustano principalmente Mufulette – come vengono chiamate in queste zone – aromatizzate all’anice e uvetta e farcita con la mortadella, oppure con olio nuovo, sale e pepe e accompagnate con vino cotto.

A Ragusa, invece, si consumano le Frittelle e a Siracusa le Zippule molto simili alle sfince siciliane realizzate per il carnevale che però per l’occasione vengono realizzate con i semi di finocchio, oppure, ancora calde, vengono cosparse con zucchero e cannella; si possono mangiare anche farcite con cioccolato o ricotta, da qui un antico proverbio: “Frittelle e vino, è San Martino!” Infine, a Palazzo Adrano, in provincia di Palermo, durante questagiornata si festeggiano tutte le coppie sposate nell’ultimo anno, che ricevono regali da amici e parenti e si consumano “i panuzzi” di San Martino, dei piccoli panetti con semi di finocchio.

A Catania, invece, oltre ai consueti cibi tipici di questa giornata e al vino novello, sui cigli delle strade è possibile trovare qua e là bracieri fumanti colmi di caldarroste calde e gustose. In questa giornata particolare, dunque, in ogni parte della Sicilia, si consumano gustosi cibi dolci e salati, si beve buon vino locale e si ricorda la leggenda del soldato dal buon cuore, umile e caritatevole che poi si convertì al cristianesimo.

E quest’anno dopo un lungo periodo di stop, in vari comuni dell’isola riprendono le sagre con degustazioni di prodotti tipici enogastronomici: è il caso di Viagrande, in provincia di Catania, dove si terrà “San Martino in Festa” con degustazioni, artigianato e folklore dall'11 al 14 novembre; a San Gregorio di Catania, invece, dal 12 al 14 novembre si festeggerà con enogastronomia, oggettistica e artigianato; A Castell'Umberto, in provincia di Messina si terrà il Palio di San Martino e la degustazione di funghi, salsiccia, castagne e vino; a Siracusa, invece, tornerà il San Martino Puppet Fest con pupi siciliani, marionette, burattini e pupazzi; a Petralia Sottana, in provincia di Palermo sono previste degustazioni di cibi tipici.

Ovunque, in Sicilia, dunque, per l’estate di San Martino la festa è grande e molto gustosa, tutta da assaporare!
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