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Si chiama "cannoloterapia" e l'ha inventata un siciliano: i 5 sensi che curano il malumore

Non è una nuova trovata pubblicitaria ma un'autentica terapia che è stata inventata anni fa da un eclettico siracusano e che sta conquistando tutta Italia

Federica Puglisi
Giornalista
  • 22 maggio 2022

Franco Neri il "terapista" del cannolo

Curarsi mangiando un cannolo per un’esperienza che comprende tutti i cinque sensi. Anzi sei. Non è una nuova trovata pubblicitaria ma un’autentica terapia che è stata inventata da un eclettico siracusano e che sta conquistando tutta Italia.

Stiamo parlando della “Cannoloterapia”, brand ideato e registrato da Franco Neri, che insieme ai fratelli gestisce un laboratorio di pasticceria nel cuore di Siracusa. Lui ha ideato quella che sembra essere una vera e propria filosofia di vita, che lega la qualità delle materie prime che sono alla base del tipico cannolo siciliano, con un’esperienza che prende i cinque sensi nella loro totalità.

«Abbiamo voluto dare sostanza ad un’esperienza – racconta –, spiegare ciò che succede quando degusti un cannolo. Può sembrare apparentemente una cosa stupida e invece ha riscosso un grande successo, tanto che abbiamo codificato questo percorso e poi registrato il marchio otto anni fa».
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E nel 2022 saranno 62 anni di attività per il loro laboratorio, di cui 50 anni a Siracusa. In cantiere una grande festa ad ottobre. E poi un’altra il 13 dicembre una data, che ricorda la festa di Santa Lucia, tanto cara anche a Franco Neri. Tanti i premi ricevuti in questi anni come, nel 2012 a Rimini, il “Sapore Innovation Award”, nel 2019 e nel 2020 il riconoscimento a Golosaria come una delle cento migliori pasticcerie italiane.

La “Cannoloterapia” è un rito che coinvolge i cinque sensi. Prima la vista, poi il tatto, poi l’udito con il tipico “croc” del morso che apre le papille gustative, attivando il gusto, infine l’olfatto (quando si inspira la cannella). E poi c’è il sesto senso: che mescola il piacere a qualcosa di sublime, quasi una forma di rilassamento per aver gustato un prodotto davvero unico.

Una trovata senza dubbio, che sta avendo un grande successo in tutta Italia e non solo, e sta facendo parlare di sé, non solo gli esperti del settore ma anche i tanti turisti che raggiungono Siracusa e vogliono conoscere questa speciale terapia e anche una sessione esperienziale di Cannoloterapia; che diremmo “crea dipendenza”.

E a raccontare il significato della Cannoloterapia è lo stesso Neri. «Noi ci alziamo al mattino per realizzare dei prodotti – spiega – non solo per fare scontrini. Il risultato è differente perché noi non puntiamo solo alla qualità di ciò che produciamo ma anche al superamento delle legittime aspettative di ciò che una persona pensa prima di gustare il cannolo».

È l’essere “pop”, informale, che per Franco Neri fa la differenza. «Non c’è nulla di previsto – dice – solo il piacere di fare le cose perbene e di stupire». Un rito, dunque, che segue però regole ben precise.

«Quando ci viene chiesto un cannolo – dice – chiediamo ai nostri clienti se vogliono anche un caffè. E loro rispondono “dopo”, ma noi chiariamo che invece il caffè va preso “prima”, perché il cannolo è la fine della terapia, il piacere assoluto e permette, per una piccola porzione di tempo, di rimettersi in pace con se stessi».

Un modo concreto, dunque, per contrastare il malumore, recuperare un rapporto sano e sensoriale con il cibo.

Ma oltre alla Cannoloterapia, c’è un rito tutto siciliano legato alle paste di mandorla, create con uno speciale gusto, quello del Moscato di Siracusa. L’unione tra questo sapore, utilizzato nella preparazione dell’impasto, insieme alle mandorle di Avola, al limone di Siracusa e al miele degli Iblei crea un prodotto di gusto raffinato.

La Cannoloterapia di Franco Neri, però, non si è fermata a Siracusa e alla Sicilia.

Infatti l’eclettico pasticcere durante il mese di aprile è stato a Milano con la sua “Clinica temporanea di Cannoloterapia”. «L’ambulatorio – spiega Neri – è stato aperto dalle 18 alle 22 e ha ricevuto tanti “pazienti”, i quali sono andati via con uno splendente sorriso dopo la terapia».
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