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Qui si riunivano i nobili, se ci passi la vedi: una porta di Palermo (che non c'è più)

Ancora oggi ne puoi vedere i resti in una delle vie più trafficate della città. In uno ei suoi bastioni aveva sede la Compagnia della Pace, un prestigioso circolo di nobili

Toni Gagliano
Consulente finanziario, scrittore e fotografo
  • 3 ottobre 2024

Via Garibaldi, una delle pareti dell'antica Porta Termini a Palermo

Oggi parliamo di una porta che non c’è più, di una Compagnia che c’era e che (sembra) ci sia ancora, inglobata e assorbita in un Circolo che ha preso il nome di un noto musicista siciliano: Vincenzo Bellini.

“… premendogli non perder di vista il giovane artigiano, che intanto entrava dalla Porta di Termini. Allora, e fino al 1852, la Porta era formata da un arco voltato, che si prolungava come un andito e su di essa si innalzava un edificio, che fu prima un ospedale, sostituito nel 1657 dall’Oratorio della nobile Compagnia della Pace.

La Porta, priva di ornamenti, piccola, oscura, pareva un passaggio coperto. Come porta di dogana aveva battenti, custodi e gabellieri. Dopo la rivoluzione del 1848, il governo regio fece abbattere il magnifico Oratorio e la Porta per ragioni strategiche…”
("I Beati Paoli" di Luigi Natoli)

Dopo avere letto il brano di cui sopra, un giorno, spinto dalla mia innata curiosità, mi recai in centro per cercare le tracce della Porta di Termini. La porta in questione si trovava dove adesso iniziano la via Garibaldi, da un lato, e corso dei Mille, dall’altro.
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Curiosità: nelle vie urbane i numeri civici dispari stanno a destra e i pari a sinistra (come nelle pagine di un libro!). Bene, proprio perché le due vie in questione partono dallo stesso punto e si diramano diametralmente opposte, troverete numeri civici pari e dispari nello stesso lato della strada! Chiusa parentesi.

Una volta arrivati sul luogo, è facile individuare dove si trovava la Porta di Termini: un’alta parete di grossi blocchi di tufo si staglia in fondo alla via Milano, ogni dubbio lì si dissolve… Ma, ecco, che alla base di questa grande parete, si vede un piccolo portoncino, quasi anonimo. Mi avvicino al citofono e vi trovo soltanto due targhette con rispettivi pulsanti: in uno c’è scritto Compagnia della Pace; nell’altro c’è scritto Bellini, che potrebbe far pensare ad un normale cognome di famiglia, ma che, in effetti, non è proprio così…

La Compagnia della Pace (citata da Natoli), inizialmente chiamata anche di Santa Maria della Consolazione, nasce nel 1580 per opera di alcuni uomini, fuoriusciti da un’altra Compagnia, i quali si prefissero di riappacificare gli animi delle persone che litigavano in aspre contese.

La prima sede fu la Sagrestia della Parrocchia di Santa Margherita e nei decenni seguenti varie furono le sedi sino ad arrivare a quella attuale, ovvero in una porzione dei bastioni di Porta di Termini. Molti nobili si aggregarono a questa nuova realtà (Branciforte, Mastrilli, Moncada, ecc.) perché a quel tempo grande era la gara tra nobili per ottemperare ad opere caritatevoli e ricavarne grandi meriti agli occhi dei regnanti e del popolo.

Le cronache dell’epoca raccontano che l’edificio dell’Oratorio della Pace, costruito sopra la Porta, aveva una facciata veramente artistica, con una statua dell’Immacolata Concezione al centro e quelle di Santa Rosalia e Santa Venera ai lati.

Ai nostri giorni la Compagnia della Pace condivide sede e soci con il Circolo Bellini. Questo Circolo fu fondato nel 1769 con lo scopo di promuovere gli incontri e le conversazioni tra nobili e gentiluomini, anche di paesi esteri (sulla falsariga delle Club House anglosassoni), e allora fu denominato “Grande Conversazione della Nobiltà”.

Anche per il Circolo varie furono le sedi, sino al 1998, quando si insediò nei locali della Compagnia della Pace, al civico 1 di via Garibaldi, dove, come si è già detto, esisteva la Porta di Termini e i suoi bastioni. Il Circolo assunse il nome di Bellini in onore del grande musicista siciliano e in virtù del fatto che per un periodo di tempo la sua sede si trovava all’interno di quello che prima si chiamava Real Teatro Carolino e poi, definitivamente, Teatro Bellini (nell’omonima piazza).

Persino oggi il circolo Bellini gode di una “barcaccia” al Teatro Massimo di Palermo. Non conosco quali siano i requisiti per l’ammissione alla Compagnia della Pace e al Circolo Bellini, ma, visti i nomi dei componenti dei loro Comitati Direttivi e vista la loro storia, presumo che per farne parte occorra possedere qualche quarto di nobiltà…

Dalle fonti attinte su Internet, ovvero anche e soprattutto dal sito istituzionale del Circolo, leggiamo che l’attuale Governatore della Compagnia della Pace è Salvo Narciso, Marchese di Pietraganzili (anche Direttore della Biblioteca e Teatro del Circolo); mentre il Presidente del Circolo Bellini è il Nobile Antonio Cosenz, Cavaliere del Sovrano Ordine di Malta e Console Onorario del Granducato di Lussemburgo.
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