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Quando le parole bruciano come ferite: niente scuola per i bimbi disabili a Palermo

E non solo i bimbi: tutti i disabili gravi non vedono garantito uno dei diritti fondamentali della costituzione quello allo studio. A parlare è la psicologa Ana Caracausi

  • 24 settembre 2018

«Oggi 20 settembre 2018. La scuola è cominciata, ma non per tutti. Forse i disabili gravi (non quelli gravissimi) non potranno vedere garantito uno dei diritti fondamentali sanciti dalla costituzione italiana e cioè quello allo studio».

A lanciare l'appello sui social è Ana Caracausi, psicologa che da sempre si occupa di disabilità e che dopo più di quindici anni è diventata uno dei punti di riferimento per molte famiglie.

Famiglie disperate, che spesso la chiamano per avere consigli su come migliorare le condizioni in cui vivono i loro figli o semplicemente per sfogarsi e trovare una parola di conforto.

Da tre anni infatti per i disabili gravi (che sono 417 in tutta la regione siciliana) il servizio di trasporto per andare a scuola è discontinuo quando non assente.

Prima la Città Metropolitana si appoggiava alla cooperativa di trasporti "San Giuseppe" che riusciva a garantire circa cinque di tutti e nove i mesi di scuola a causa di ritardi sugli accordi e alla burocrazia troppo lenta che si metteva in moto solo dopo l'inizio della scuola.
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Poi la cooperativa ha chiuso perché è stata indagata, con diversi capi d'accusa, e da allora l'odissea per loro è peggiorata di molto, si è cercato di stipulare qualche contratto con delle società di trasporti o di individuare altre cooperative nei diversi Comuni in modo da fare degli accordi tra i Comuni e la città metropolitana (ex Provincia) ma fino a oggi tutto si è concluso con un nulla di fatto.

Intanto già l'anno scorso i ragazzi che hanno bisogno della carrozzina e vivono nella provincia di Palermo e in diversi paesi della Sicilia non hanno potuto frequentare la scuola, neanche un giorno.

E per quest'anno non si intravede nessuna buona speranza, almeno fino a ora: non si sa infatti quando sarà bandita la gara per assegnare l'appalto per il trasporto e le famiglie si sentono sempre più abbandonate a loro stesse.

I disabili gravissimi a carico della Regione hanno avuto qualche concessione grazie alla mobilitazione di personaggi come Pif che sono intervenuti nel dibattito per mettere alle strette la politica a volte distratta e inchiodarsa sui suoi doveri.

Oltre ai disabili gravissimi però ci sono anche i disabili gravi, a sancire la differenza tra gravi e gravissimi è una commissione di esperti: «A volte delle madri disperate mi hanno detto - spiega Ana Caracausi - per avere un minimo di diritti garantiti per mio figlio devo sperare che peggiori la sua condizione di salute? devo sperare che da grave diventi gravissimo? ma in che mondo viviamo?».

«La politica si occupa in maniera superficiale di alcune problematiche che probabilmente indicano il livello di civiltà in cui viviamo. Qualcosa nell'ingranaggio non va, la macchina non parte, non importa a nessuno e intanto molte famiglie sono disperate».

«I ragazzi a casa non hanno più voglia nemmeno di alzarsi dal letto - aggiunge - e si chiedono il perché non possono andare a scuola, ricercano la loro colpa. La Sicilia è una Regione a Statuto Speciale, peccato che la specialità dei nostri ragazzi non sia salvaguardata e tutelata».

«Sulla loro pelle hanno raccattato consensi e voti. E adesso a giochi finiti e poltrone assegnate, anche l'interessamento è terminato» conclude.
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