CURIOSITÀ
Poi vorrei "l'ultima e ce ne andiamo": tutte le abitudini che più mancano ai palermitani
Ognuno di noi ha i suoi "poi vorrei": desideri e ricordi di tutto ciò che, durante le nostre giornate di libertà, abbiamo dato per scontato e di cui ora sentiamo la mancanza
Piazza Giuseppe Verdi a Palermo
Ma la verità è che tutto ciò che abbiamo fatto dal 10 marzo ad oggi è sempre e solo stato un modo per ingannare il tempo e per distrarci dal pensare quanto intimamente ci manca la quotidianità di essere un siciliano qualunque.
Sedersi sulle scale del Teatro Massimo aspettando un amico, girare spensierati tra i mercati e venire interrotti, nel pensiero, dal vuciare dello sfincionaro ambulante: "Chi ciavuru, ora u sfurvanu", oppure da chi puntualmente si avvicina per chiederti: "Chi fa zio, mu fà pigghiare u cafè?".
Eh già perché in fondo, in questo lockdown, ognuno di noi ha i suoi "poi vorrei", cioè i propri desideri e ricordi di tutto ciò che, durante le nostre giornate di libertà, abbiamo sempre dato per scontato e che adesso ci manca.
Ognuno può inviare il suo "poi vorrei" che poi verrà pubblicato sul profilo Instagram della pagina, anche se quelli già pubblicati racchiudono perfettamente il senso di cosa manca sentire, dire o fare ai palermitani in quarantena: Poi vorrei "amunì levati i ravanzi", oppure poi vorrei "oh te l’accolli", poi vorrei "u ciavuru ri stigghiola".
Un modo divertente per farci respirare un pò di sana sicilianità che di questi tempi tanto ci manca, aspettando il momento in cui sarà finalmente possibile respirarla a pieni polmoni in giro per la città.
E a te, cosa manca di Palermo?
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