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Non solo sfince e "pasta chi sardi" in tavola: in Sicilia per San Giuseppe si fa così

La festa di San Giuseppe è arrivata e la Sicilia si prepara per l'occasione o meglio prepara la tavolata ricca di pietanze tipiche: ecco un ricettario per la ricorrenza

Balarm
La redazione
  • 19 marzo 2025

Ricette siciliane per San Giuseppe

La festa di San Giuseppe è arrivata e la Sicilia si prepara per l'occasione o meglio prepara la tavolata ricca di pietanze tipiche. Questa ricorrenza coincide con la festa del papà e, come ogni tradizione sicula, ci sono dei piatti dell'Isola canonici per questa giornata.

Se si pensa al 19 marzo immediatamente lo si associa alla pasta con le sarde o all'intramontabile sfincia. Ma che si mangia in questa festivita? Scopriamolo insieme!

Minestra di San Giuseppe
Questo è il classico minestrone di San Giuseppe. È un piatto gustoso a base di legumi e verdure varie, richiama le più antiche tradizioni agricole della comunità.

In passato questo piatto veniva preparata dalle persone che avevano ricevuto la grazia dal Santo, ne cuocevano in grandi quantità da distribuire ai bisognosi. Una minestra semplice e genuina come San Giuseppe, simbolo della famiglia e dell’umiltà.

Pasta con le sarde e finocchietto
La Pasta con le sarde è una delle preparazioni più celebri della cucina siciliana, palermitana in particolare, apprezzata anche in tutta Italia.
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Questo primo piatto non può proprio mancare sulle tavole dei siciliani che in dialetto chiamano "pasta chi sardi".

Un'esaltazione di profumi e sapori, caratterizzata dall'incontro delle sarde e del finocchietto selvatico, elemento indispensabile per questo gustossissimo piatto. Si può preparare anche con finocchietto coltivato ma mentiremmo se affermassimo che il risultato è lo stesso.

In alternativa c'è una versione che va messa in forno che renderà i vostri commensali ancora più felici.

Baccalà fritto
Il baccalà fritto con uvetta e pinoli a Palermo è protagonista indiscusso del 19 marzo. Pesce dalle origini nordiche, ha invaso i mercati popolari di Palermo. Viene avvolto nella pastella e fritto in olio bollente, poi presentato come antipasto.

Sfince e sfincette
Nel podio della pasticceria siciliana ci sono di sicuro le sfinci di San Giuseppe (di cui vi abbiamo dato la ricetta), tipico dolce che, come si può facilmente evincere dal nome stesso, sono le protagoniste del 19 marzo ricorrenza in cui si festeggia anche la Festa del papà.

Di tradizione antichissima, ve ne sono tracce addirittura nella Bibbia e nel Corano, l’origine della “spincia” - come viene amorevolmente chiamata in siciliano - sarebbe di derivazione araba, così come vuole la lunga tradizione di dolci fritti.

Una volta pronti, vengono guarniti con crema di ricotta e gocce di cioccolato e decorati con granella di pistacchi, ciliegie candite e scorza d’arancia candita.

Le zeppole di San Giuseppe
Questi deliziosi dolci, cotti in forno, sono una variante leggera ma golosa dei tradizionali dolcetti fritti. Soffici e profumati vengono preparati con un impasto a base di acqua, burro farina, uova e zucchero, che viene poi cotto in forno fino a gonfiarsi e ottenere una consistenza leggera e delicata.

Le zeppole sono un segno di festa e allegria e rappresentano una dolce tradizione culinaria che viene tramandata di generazione in generazione, una coccola deliziosa per il palato e l’anima, unendo passato e presente in un connubio di gusto e tradizione ineguagliabile.

Cucciddatu scaniatu
Si tratta di una ricetta di Scicli ed è un prodotto da forno. Si ottiene con un impasto a base di farina di grano duro, strutto, formaggio, sale, pepe e salsiccia.

Solitamente ha la forma di una ciambella. Il cucciddatu scaniatu prende il nome da (scaniare – dal siciliano impastare, rimodellare). Ma di questa ricetta esiste anche la versione con la ricotta e la versione mista di ricotta e salsiccia.

La pasta del pane che avanzava veniva re-impastata, scaniata con l’aggiunta del caciocavallo grattugiato, il pepe e lo strutto. All’impasto a “pizzichi” che si otteneva, veniva data la forma di una ciambella e veniva poi condito con ricotta e salsiccia. Lo si faceva lievitare una seconda volta e poi lo si cuoceva in forno

Pane di San Giuseppe
Già anticamente era tradizione in questo periodo preparare dei deliziosi pani dalle forme che richiamavano la “natura”. Un prodotto da forno tipicamente di Scicli o del Ragusano che anticamente le massaie confezionavano con gli scarti della panificazione a forma di una ciambella.

Per il 19 Marzo è usanza preparare un pane tipico realizzato con la semola ed è anche detto “pani pulitu“.

Con l’avvento del Cristianesimo, la tradizione venne legata alla figura di San Giuseppe. Il cucciddatu scaniatu (scaniato in dialetto sta per impastato) ormai è reperibile nella maggior parte dei panifici e in qualche rosticceria di nicchia.
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