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Non sarà l'originale ma sempre bella è: una "nuova" Pupa torna per far rinascere il Capo

L'opera originale, esempio perfetto di arte Liberty a Palermo, fu rimossa per essere restaurata. In attesa che torni al suo posto (speriamo presto) ne arriva un'altra molto simile

Balarm
La redazione
  • 25 marzo 2022

Il panificio Morello e "la pupa del Capo" di Palermo (foto Comune di Palermo)

Per poter ammirare l'originale - ahimè - i tempi non sono maturi, ma una Pupa "gemella" è pronta a tornare al Capo. Legambiente Sicilia, d’accordo con la Famiglia Morello, collocherà, sabato 26 marzo alle ore 11.00, a fianco di quello che era l’ingresso dell’Antico Panifico Morello, un pannello che riproduce fedelmente quello originale mosaicato raffigurante la cosiddetta ‘Pupa del Capo’, uno degli esempi più apprezzati di arte Liberty a Palermo.

La "Pupa del Capo" non è solo testimonianza (sebbene preziosissima) dell'Art Nouveau, ma per i palermitani è soprattutto il simbolo di un intero quartiere, entrata a pieno titolo nel folclore e nella storia di quest'ultimo. Così la riproduzione della Pupa è stata realizzata proprio per dare un segnale di attenzione e rinascita all’intero quartiere del Capo, nell’ambito delle attività promosse da Legambiente Sicilia volte alla promozione e alla valorizzazione dell’Itinerario Liberty di Palermo.
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L'opera originale, un mosaico che riproduce la Dea Demetra, fu realizzata come regalo di nozze per la sposa di Salvatore Morello, titolare originario dell'antico panificio, chiuso nel 2013. Nel 2016 è stata restaurata dalla Soprintendenza ai Beni culturali di Palermo unitamente alla Fondazione ‘Salvare Palermo’. Attualmente è custodita a Palazzo Ajutamicristo in attesa che venga completato il restauro di Palazzo Serenario così da tornare al suo posto in via Cappuccinelle.

L’elegante figura allegorica raffigurata nel pannello rimanda all’antico culto di Demetra e alla simbologia della fertilità e dell’abbondanza.

L’opera si inserisce nella corrente della cultura modernista internazionale ben espressa a Palermo da Ernesto Basile e da altri artisti. In essa si rinvengono modelli estetici che attingono all’Art Nouveau europea e soprattutto alle decorazioni geometriche e simboliste di Gustav Klimt (1862 – 1918).
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