STORIA E TRADIZIONI
Non è Carnevale senza Peppe Nappa: chi era il "cavaliere imbroglione" in Sicilia
È una delle feste più vivaci e ricche di simbolismo di sempre e tra i protagonisti più amati e popolari c'è Peppe Nappa: vi raccontiamo la storia dell'anti-eroe siciliano
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La maschera di Carnevale di Peppe Nappa
Egli è una figura comica - grottesca, che incarna il classico bugiardo o il “cavaliere imbroglione” della tradizione carnevalesca siciliana. Pigro, può essere definito sia un buffone che un filosofo e il suo nome deriva dal termine "nappa", che in dialetto siciliano significatoppa.
Vivendo di espedienti, egli si fa portavoce delle disavventure quotidiane del popolo, prima d’ingannarlo e di fuggire (talvolta) con della refurtiva.
Il suo abbigliamento è altrettanto distintivo: indossa una giacca consumata, obbligatoriamente verde paglierino, pantaloni larghi e un cappello, il tutto per simboleggiare il suo status di "piccolo borghese".
Nelle feste di Carnevale, la sua figura è spesso associata a un "contrasto" con altri personaggi della commedia dell’arte italiana e siciliana, come il Dottore, Pantalone, il Capitano o il Padrone, che rappresentano i ceti più elevati.
In alcune storie della prima metà dell’Ottocento si trova casualmente in viaggio insieme ad Arlecchino e a Pulcinella, corrispettivamente le principali maschere tradizionali della Lombardia e della Campania, una scelta autoriale audace che ha lo scopo di confrontare quelle che all’epoca venivano considerate le principali tradizioni culturali italiane.
A differenza però di altre maschere di carnevale, Peppe Nappa si distingue per il suo ruolo di "anti-eroe".
Egli infatti non cerca di sovvertire l’ordine stabilito o di scontrarsi con il padre dell’amata, per chiederla in moglie,affrontando uno scandalo, ma la sua funzione principale nelle storie è quella di mostrarsi come un buffone consapevole delle ingiustizie sociali.
Una sorta di "outsider" che, pur nella sua umiltà e nelle sue gaffe, affronta un argomento universale: saper vivere anche di fronte alle ingiustizie e alle piccole follie quotidiane.
Adottato dal carnevale di Sciacca dalla prima metà degli anni Cinquanta, è la maschera siciliana più famosa in assoluto e il rogo del suo carro (quantomeno a Sciacca) coincide con la conclusione delle festività carnevalizie.
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