CINEMA E TV
"Volver", quando la morte non fa paura
Volver (Tornare)
2006, Spagna
di Pedro Almodovar
con Penélope Cruz, Lola Dueñas, Blanca Portillo, Carmen Maura, Yohana Cobo, Chus Lampreave, Leandro Rivera
Saggezza vuole che si consideri che non sempre le cose sono quel che sembrano e, saggezza a parte, talvolta anche la morte sembra non esistere. E parte proprio dalla morte, e in un universo tutto al femminile dove gli uomini fanno solo da cornice, l’ultimo film, molto bello, di Pedro Almodovar, “Volver”, tornare. Qui si racconta di quel luogo magico dell’esistenza che è la memoria, il luogo dei ricordi che sono anche sogni, desideri, attese, e il regista riesce a farlo magistralmente con una storia profondamente intrisa di un’aura favolosamente positiva, nonostante le vicende trattino di morti, tradimenti e piccole e grandi bugie. Quel che colpisce, senza peraltro apparire esagerato, sono i colori chiari e sereni dell’esistenza con la quale la vita della bella e forte Raimunda (una splendida e intensa Penelope Cruz, per questa interpretazione paragonata alla Loren nazionale e alla Magnani, qui citata con alcune scene del film “Bellissima”), della timida di lei sorella Sole (Lola Dueñas) e della loro madre Irene (Carmen Maura), scorre pur se lungo un percorso funestato da violenti accadimenti.
Ecco quindi la morte, serenamente accettata come parte della vita, e le donne, che della vita ne sono l’origine. E il tornare, il volver appunto, afferma l’importanza dell’avere il luogo dove tornare, il luogo dal quale siamo venuti, il luogo che sancisce la nostra origine, la nostra vera appartenenza. Una storia che trae forza da un passato vissuto senza rimpianti e che si arricchisce di nuove verità, in un presente dove fa capolino anche la critica a una certa televisione (nel film esplicitamente definita “spazzatura”) di oggi. La consueta bizzarria di Almodovar, col tempo comunque molto affievolita (chi ricorda l’estro creativo e grottescamente osé delle sue opere precedenti il film che lo ha fatto conoscere ai più, “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” del 1988?), qui cede il posto alla poesia che, con la bellezza dei caldi colori delle immagini e l’ironia sempre presente nel tessuto narrativo, riesce a deliziare e coccolare l’animo dello spettatore con una trattazione eccellente di temi assai profondi. Ottimo tutto il cast di attrici fra le quali ricordiamo l’almodovariana per eccellenza, Carmen Maura. Bellissimi infine anche i titoli di coda in una fantasiosa e delicata sequenza di colori e forme a chiusura di quello che non esitiamo a definire un bel regalo per lo spirito.
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