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“Volto di pietra”: i nuovi volti del giallo alla siciliana

EDITORE: Dario Flaccovio<br> PAGINE: 228

  • 7 marzo 2004

Ci viene da dire: finalmente un nuovo giallo alla “siciliana”. Dopo anni di “Montalbano Mania”, “Volto di pietra”di Sal Cappalonga, pseudonimo collettivo dei tre autori del nuovo giallo edito da Dario Flaccovio (www.darioflaccovio.it), porta una ventata di novità nello scenario letterario siciliano. Novità e non rinascita del giallo: niente paragoni con i grandi del passato. Il libro difatti, è un’interessante storia di delitti e misteri, tra tecnologia e archeologia, che mostra uno spaccato interessante della società e della realtà palermitana. Non più commissariati di un entroterra , anomalamente pieno di mistero, ma un mondo reale, che ruota intorno a tematiche come l’ emigrazione - i protagonisti sono infatti  due professori che da anni hanno scelto di vivere a Torino - la politica corrotta e il mondo della scuola colto nel pieno del suo cambiamento.

Soprattutto il mondo della scuola, quella dei nostri giorni ,vista come piccolo universo a se, è il protagonista di questo romanzo, ed è questa la sua forza: analizzare una realtà a prima vista banale e riuscire a metterne i risalto le piccole “misteriose” particolarità, le rivalità interne, la confusione delle mille riforme e la insoddisfazione che serpeggia tra i suoi protagonisti. Un mondo banale sconvolto da un’omicidio di un preside, zelante e mal sopportato da tutti, anche lui vittima della sua insoddisfazione, della voglia di avere una seconda chance per scappare via da quell’universo che non gli dà la possibilità di accesso al mondo dei grandi, dei potenti, lo stesso mondo che lo ha portato da preside a “dirigente scolastico” ma che lo trascinerà inevitabilmente verso la morte.

A completare il tutto, questo senso di oppressione e di appartenenza che ci lega all’ essere  siciliani: la difficoltà di abbandonare questa nostra isola, e i suoi “irriguardosi appuntiti scogli”, sempre uguale sin dall’antichità come testimonia il continuo riferimento ad un naufragio di una nave etrusca naufragata sulle nostre coste nel IV secolo A.C. E inoltre, cosa c’è di più intrigante e misterioso di sapere che a firmare questo libro è ufficialmente, uno dei protagonisti? Sal-Salvino Cappalonga non è altro che  l’emblema di questa storia ed è giusto forse, immaginandolo mentre sfreccia a tutta velocità sulla sua fiat tipo ascoltando a tutto volume un disco della Callas, che sia lui stesso a firmarla.

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