ARTE E ARCHITETTURA
Ugo La Pietra, arte poliedrica e impegno no global
Quarto appuntamento dedicato all’arte contemporanea all’oratorio di Santa Cita (via Valverde 1, Palermo), nei locali che si affacciano sullo splendido chiostro e destinati alla promozione di mostre ed eventi culturali, con una mostra dell’artista Ugo La Pietra. “Territori”, a cura di Giusto Bonanno, patrocinata dalla facoltà di Architettura e dal Dipartimento di Design dell'Università di Palermo, propone una serie di disegni, foto, ceramiche e acrilici che ripercorrono la produzione dell’artista-designer del 1985 al 2005 (la mostra è visitabile fino al 2 dicembre dal lunedì al sabato, ore 10-13 e 16-19).
Le tematiche affrontate riguardano la territorialità, il rapporto tra interno ed esterno, il legame tra Casa e giardino e il viaggio nel Mediterraneo. Ugo La Pietra (1938, Bussi sul Tirino, Pescara) come egli stesso sostiene, si definisce un ricercatore che, pur di portare avanti le proprie indagini, utilizza diversi mezzi artistici e tecniche sempre differenti. A partire dal 1959 inizia la sua ricerca attraverso la “pittura segnica” e nel 1962 insieme agli artisti Ferrari, Sordini, Verga e Vermi, fonda “Il gruppo del Cenobio” realizzando delle mostre orientate nell’area della “pittura segnica”, volta a superare il linguaggio informale rivalutando il mezzo pittorico.
E proprio alle identità culturali si riferisce la serie di opere intitolate “Viaggio nel Mediterraneo” che approfondiscono la cultura materiale del Mediterraneo attraverso varie modalità artistiche. Tra le opere in mostra è possibile ammirare due cofanetti in ceramica che sembrano riprodurre dei microcosmi, delle piccole realtà ideali che fanno da progetto architettonico ma anche da sfizioso oggetto di design. Particolarmente belli i piatti in ceramica “Amore mediterraneo” decorati con piccoli segni blu su sfondo bianco e le piccole “Casette”, sempre in ceramica, che propongono un modello ideale di rapporto tra esterno ed interno.
Così allo stesso modo “I vasi per giardini, giardini per vasi” realizzati in terracotta che riproducono un giardino in miniatura. L’artista infatti dà grande importanza all’artigianato sostenendo che : «Oggetti fatti ad arte per dare significato alle cose, per riscoprire la cultura del fare, per ritrovare le diversità identità del l’artigianato artistico per stupire ridere, amare per ricordare che con le nostre mani possiamo modificare il mondo per usare l’oggetto come veicolo dei nostri pensieri e sentimenti».
La Pietra continua a tracciare segni sui suoi lavori, come faceva all’inizio degli anni Sessanta, su libri di terracotta, su acrilici e pastelli di grande formato. Riempie di simboli indecifrabili i suoi libri aperti, scrive una storia segreta dell’arte e dell’espressione attraverso opere che egli ripropone in vari paesi del Mediterraneo. Realizza dei disegni che si intitolano “Marocco”, “Tunisia”, “Lagune”, “Egitto”, “Cipro” proponendo quindi un visione d’insieme di luoghi particolari e ricchi di identità ma affrontando le problematiche di territori che invece stanno perdendo la loro storia. Nella serie di opere intitolate “Pulizia Etnica”, “Territori cancellati” l’attenzione dell’artista è rivolta verso quei luoghi che stanno perdendo lentamente la propria identità a causa soprattutto del fenomeno dell’emigrazione.
La Pietra è sempre stato attivo nella sua ricerca anche attraverso la direzione di riviste come “Abitare con Arte” o “Area”, ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1970, 1978, 1980 e ha esposto nei più importanti musei del mondo. La realizzazione di diversi film, inoltre, ci conferma le mille risorse di La Pietra, artista poliedrico e architetto-designer.
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