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Serpina, la serva che diventa padrona

“La serva padrona” ha una trama semplicissima: protagonisti Uberto, vecchio scapolo taciturno, e Serpina, giovane e bisbetica serva che spadroneggia in casa

  • 23 ottobre 2004

Riprende, fra le difficoltà gestionali note a tutta la cittadinanza e con la sovrintendenza di Pietro Carriglio giunta ormai al capolinea, l’attività operistica della Fondazione Teatro Massimo. Martedì 26 ottobre (repliche fino al 7 novembre), alle ore 20.30, al teatro Bellini di Palermo (piazza Bellini) va in scena (fuori abbonamento) “La serva padrona”, due intermezzi di Giovanni Battista Pergolesi su libretto di Gennaro Antonio Federico. Sarà il primo appuntamento “decentrato” dalla sede istituzionale del Basile, così come prevede la programmazione artistica triennale presentata quest’estate dall’ormai ex direttore aristico Bellugi, dimessosi alcune settimane fa in seguito all’ennesima ondata di scioperi proclamata dai lavoratori della Fondazione lirica palermitana. Negli spazi allestiti nel diroccato Teatro Bellini, l’Orchestra del Teatro Massimo sarà diretta da Federico Amendola, scene e costumi sono di Agostino Di Trapani. mentre la regia è di Umberto Cantone, nome noto al pubblico che segue le attività del Teatro Biondo Stabile di Palermo.

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Per questo nuovo allestimento il cast vocale è composto dal palermitano Simone Alaimo nel ruolo di Uberto (recite del 26, 28, 30 e 31 ottobre) e da Daria Masiero quale Serpina (recite del 26, 28, 30, 31 ottobre, e ancora 4 e 5 novembre). A questi si alterneranno in giorni e orari differenti Enzo Capuano (27, 28, 29, 30, 3, 4, 5 e 6) ed Elena Rossi (27, 28, 29, 30, 2, 3 e 6) e ancora Corrado Cappitta (27, 29, 3, 4, 5, 6 e 7) e Daniela Schillaci (27, 29, 3, 4, 5, 6 e 7). Filippo Luna è invece impegnato nel ruolo di Vespone. Moltissime le repliche, secondo un ampio calendario di date e orari: 26 (20,30), 28 (11,30 e 18,30) e 30 ottobre (11,30 e 20,30); 2 (18,30), 4 (11,30 e 18,30) e 6 novembre (11,30 e 20,30); 27 (11,30 e 18,30), 29 (11,30 e 18,30) e 31 ottobre (17,30); 3 (11,30 e 18,30), 5 (11,30 e 18,30) e 7 novembre (17,30). Composta nel 1733 con la funzione di intermezzo tra gli atti del dramma per musica “Il prigionier superbo” dello stesso Pergolesi, “La serva padrona” è una commedia dal carattere brioso e scenicamente credibile in cui per la prima volta nella storia dell’opera i personaggi denunciano una precisa definizione psicologica, abbandonando i ripetitivi cliché delle maschere della commerdia dell’arte.

Considerato per questo motivo il capolavoro di Pergolesi, “La serva padrona” (su libretto del poeta napoletano G. A. Federico) ha una trama semplicissima, i cui protagonisti sono Uberto, vecchio scapolo flemmatico e taciturno, e Serpina, la sua giovane e bisbetica serva che spadroneggia in casa. Stanco dei capricci e delle civetterie di Serpina, Uberto decide di ripristinare i giusti ruoli all’interno della casa, frenando le prepotenze di Serpina che si comporta da vera padrona; finge così di volersi sposare. La ragazza, su tutte le furie, annuncia allora, con la complicità dell’altro servo Vespone travestito, il suo matrimonio con il fantomatico capitan Tempesta. Dall’angoscia provata al sentire l'annuncio delle nozze, Uberto comprende però di essere innamorato di Serpina. Nel frattempo, il finto capitan Tempesta si presenta minaccioso a reclamare la dote della giovane, minacciando Uberto in caso di diniego, della necessità di sposarla lui stesso. Spinto un po' dalla paura, un po' dal sentimento, il vecchio si lascia estorcere la promessa di matrimonio: soltanto allora la burla viene smascherata e Serpina da serva diventa così la padrona.

Il successo per “La serva padrona” giunge ben dopo il debutto avvenuto a Napoli, quando nel 1752 la compagnia dei Bouffons diretta da Eustachio Bambini la ripropone all'Opéra Comique di Parigi. Da quel momento diviene il simbolo di un più moderno modo di intendere il teatro e, soprattutto del cambiamento che stava investendo la società europea prerivoluzionaria. La vicenda narrata ne “La serva padrona” è infatti il simbolo di quella corrente di pensiero che nel tardo settecento incitava all’eguaglianza fra gli strati sociali, alla rivincita della servitù: ancora oggi l’ascolto del capolavoro di Pergolesi sorprende per la modernità della partitura, per la finezza della rappresentazione psicologica dei personaggi, per lo spirito allegro che pervade e infonde la musica. I biglietti per tutte le recite al Teatro Bellini di questo delizioso intermezzo in due parti sono in vendita al botteghino del Teatro Massimo tutti i giorni tranne il lunedì dalle ore 10 alle ore 16; i il costo è di 30 euro (ridotto 20 euro), titolari IdeaNet 5 euro; Carta Giovani sconto del 50%; Scuole 5 euro. Ricordiamo che fino al 4 novembre è possibile usufruire del diritto di prelazione per gli abbonamenti alla Stagione 2004/2005, mentre i nuovi abbonamenti potranno essere acquistati dal 10 novembre. Informazioni al numero verde 800655858.

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