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Palermo, restyling in vista per la Fiera. Ma basterà?
Il Comune annuncia di aver riacquisito la cittadella fieristica. Previsti lavori nei due capannoni maggiori: ospiteranno congressi. Ma il futuro è un'incognita
Ve lo ricordate? Per molti di noi, ex ragazzi palermitani, aveva lo stesso sapore di un volo di rondine o del primo sole a Mondello. Perchè in qualche modo lo era, un indizio di primavera, un anticipo di estate, di vacanza, di libertà.
Così a frotte ci si riversava tra i viali della Fiera, come formiche, con le scarpe comode e qualche soldo in più in tasca. E si trafficava con amici e conoscenti per un paio di biglietti omaggio, magari, perchè alla Campionaria era bello andarci e tornarci. Il venerdì sera o il sabato pomeriggio, non faceva differenza, tanto finchè durava era festa, con l'odore dei pop corn che si mescolava a quello delle spezie indiane, e ti veniva appresso dai padiglioni dell'Oriente fino all'uscita, e con addosso l'adrenalina del Tagadà.
La Campionaria. Praticamente una cartolina d'epoca, adesso che la Fiera non c'è più. E invece c'è, eccome, solo che nessuno la vede più. Abbandonati e in disuso da anni, gli spazi della cittadella fieristica palermitana potrebbero però tornare a rivivere. Almeno questa è l'intenzione del Comune, che ha appena revocato la concessione degli spazi della Fiera alla Regione (risalente al 2005) annunciando di voler realizzare all'interno della cittadella il nuovo polo congressuale palermitano.
Un'operazione che varrebbe, almeno per cominciare, 5 milioni di euro: tanto servirebbe, secondo il Comune, per rimettere a nuovo i due capannoni principali, il 20 e il 21 (capaci di ospitare rispettivamente 10mila e 4mila posti a sedere). Fondi che, peraltro, ci sarebbero già: sono quelli dei Pisu, ossia dei Piani Integrati di Sviluppo Urbano, che il Comune attende di ricevere dalla Regione.
In questo modo si potrebbero ripristinare i due capannoni e il parcheggio, e ci sarebbero spazi in più per ospitare congressi e convegni che attualmente vengono programmati nelle sale degli alberghi.
Ma la Fiera del Mediterraneo è molto più di questo. E ristrutturare e riaprire due capannoni certo non risolve il nodo centrale, ossia quello di uno spazio enorme e dalle straordinarie potenzialità, che non solo è in stato di assoluto degrado ma è anche completamente pignorato dai creditori.
Uno spazio che, forse, andrebbe ripensato prima ancora che ristrutturato, specialmente se "a pezzetti". E sul quale bisognerebbe interrogarsi profondamente. Per capire, ad esempio, se la destinazione congressuale sia davvero la migliore. O se invece Palermo, oggi, non richieda scelte nuove, diverse. Al Comune sembrano esserne consapevoli, tanto che lo stesso sindaco Leoluca Orlando ha sottolineato la necessità di un piano di grande respiro.
Ci vorrà del tempo, ci vorranno un piano d'uso, un bando e il coinvolgimento di soggetti privati, certo. Ma la domanda di fondo resta, e il sospetto è che in questo momento non venga neanche posta. E cioè: cosa fare della Fiera del Mediterraneo da oggi in poi? Come immaginare il futuro di questo spazio così prezioso? Domanda che ne nasconde un'altra: cosa fare di Palermo? Quale identità attribuire a questa città per troppi anni incapace di sviluppo creativo e di coraggio? In che direzione remare?
Forse quello che manca è proprio la risposta a questo genere di domanda. E la Fiera solo uno dei tanti "conti in sospeso" di questa città che ancora aspetta di decidere cosa essere, cosa diventare.
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