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Palermo, questione di palle (inteso come attributi)

Coppa Uefa, terza giornata, giovedì 24 novembre 2005, Espanol-Palermo 1-1 Campionato, terdicesima giornata, domenica 27 novembre 2005, Ascoli-Palermo 1-1

  • 28 novembre 2005

Un bel Palermo ha dato risposte sferzanti al suo presidente. Diranno coloro che si sono schierati con Zamparini che alla fine questa squadra abbisogna del 4-4-2 per esprimersi al meglio e che i frutti raccolti in campo europeo e in un campo difficile come quello di Ascoli dipendano da questo strano gioco di numeri. Pensano altri che questa squadra soffre di concretezza e di amnesie causate dall’inesperienza generale dei componenti la rosa ad eccezione di capitan Corini ed in parte di Guardalben. Ma cosa ci ha lasciato questa settimana aperta (e non è una novità) dal fuoco delle polemiche? Innanzitutto i segnali di maturità lanciati da alcuni giocatori come Gonzalez, Bonanni, Codrea, Rinaudo, Makinwa e la prova, qualora ce ne fosse bisogno, che questa squadra ha un’anima e uno spirito di coesione che difficilmente smarrisce anche in condizioni ambientali e tecniche difficili. E non è poco. Del resto l’esperienza e la concretezza sotto porta che il Palermo denota sono figlie della linea verde che in società hanno sposato. Linea giovane che abbisogna di pazienza e di un atteggiamento diverso anche del pubblico che segue la squadra: niente ombre del passato Toni su tutti ed impazienza per alcuni risultati sfuggiti di un soffio ma speranza per un futuro non tanto prossimo. Perché bisogna sempre ricordare che la squadra ha in organico otto nazionali e che ha pagato più del dovuto la fatica dei numerosi impegni.

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A Barcellona ed Ascoli il Palermo ha spolverato due prestazioni al di sopra della sufficienza. Se contro l’Espanyol i rosanero hanno dominato la scena con una prestazione maiuscola ipotecando la qualificazione ai sedicesimi, ad Ascoli un campo infame e la poca cattiveria sotto porta hanno frenato la squadra. Ma occorre ricordare che il pareggio non è una mezza sconfitta, ma il bicchiere è mezzo pieno se pensiamo che la squadra catalana ha vinto a Mosca ed ha un blasone superiore al Palermo e che l’Ascoli ha ottenuto risultati importanti imponendo proprio sul terreno amico lo stesso risultato di parità al Milan dei campionissimi e strapagati Shevchenko, Kakà e Gilardino. Invitiamo a non storcere il muso vedendosi allontanare in classifica la zona Champion o, ma crediamo siano davvero in pochi a sperarlo, la zona scudetto bensì ad osservare la riconferma di un posto Uefa e della crescita collettiva dei singoli che per un motivo o per un altro non hanno espresso appieno le grandi potenzialità che hanno a disposizione. I nomi? Makinwa ma anche Caracciolo e Bonanni. Da questi tre ci attendiamo l’exploit più atteso e non solo per le fortune del calcio nostrano. Hanno fisico e talento, hanno solo bisogno di giocare e fare esperienza esprimendo con naturalezza il loro bagaglio tecnico ed agonistico.

Ultimo dettaglio. Corrono voci incontrollate di cessioni eccellenti o presunti dissidi all’interno della squadra. Non sappiamo se a gennaio o a giugno qualcuno farà le valige approdando a squadre di vertice, ma francamente riteniamo che le voci siano messe ad arte da chi a questa squadra vuole del male. Del resto l’invidia produce brutta aria ed a Palermo se ne respira parecchia. Forse si rimprovera a Zamparini di aver messo in piedi una realtà calcistica che produce una ribalta che da fastidio alle Grandi del campionato per cui ancora molti cuori in città battono. Ma stiano tranquilli a Palermo, Zamparini non è un santo e lo abbiamo anche criticato ma di certo non è stupido e se Grosso o Barzagli vanno via siamo convinti che altri Grosso o Barzagli arriveranno. In fondo solo Maradona non aveva eguali. Nota finale a capitan Corini giocatore e uomo come pochi.

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