SPORT
Palermo - Juventus: ma chi è un "vero tifoso"?
Pietro Lo Monaco, amministratore delegato del Palermo, parla di "veri tifosi"; da lì l'annosa bagarre sulla fede rosanero più o meno condizionata da altre squadre
La cosa che non potrò dimenticare sono le lacrime di coloro che vennero a Roma e a Napoli per seguire la squadra affermava Renzo Barbera, ex Presidente del Palermo Calcio, qualche anno fa. Perché lui, come palermitano in primis, ma come vero amante di quei colori, avrebbe seguito la sua squadra del cuore pure in cima al mondo. Poco importava la militanza nelle serie minori, il calore di quelle tinte riusciva comunque a riscaldare l’intero stadio. Fino al giorno in cui, grazie ad un uomo venuto dal nord come nelle migliori favole, dopo 31 anni di assenza dalla serie A, il Palermo Calcio riuscì a ritagliare il suo angolino nel campionato che conta, quello visto da tutti in tv, quello che riusciva ad entusiasmare i papà di vecchia generazione che, quasi secondo uno spirito educativo, impazzivano dal desiderio di portare allo stadio i figli cresciuti a suon di “Juve, Milan e Inter”, come fossero le uniche squadre in Italia.
Ed in occasione della sedicesima giornata di serie A del campionato italiano che porta in campo, domenica 9 dicembre alle ore 15 allo Stadio Comunale "Renzo Barbera", i giocatori di Palermo - Juventus, una crepa si intravede negli spalti. Quegli spalti che pensavano in grande, ricolmi di gente con le lacrime agli occhi, pronta ad esultare per la promozione nella massima serie ma anche per la qualificazione in Coppa Eufa. Quegli stessi spalti oggi vuoti. Perché in piena bagarre salvezza lo scenario sembra essere cambiato. Dov’è finito il tifoso vero? Il tifoso che può definirsi tale al di là della maglietta, delle bandiere e delle sciarpine rosa-nero? Curve e gradinate semivuote, piene solo di quegli ultras che intonano dal primo all’ultimo coro, perché a quei colori ci credono davvero. A fianco a loro, una nuova categoria di tifoso, senza definizione, quello che ha smesso di tifare per le grandi del nord, solo per cavalcare sogni di gloria nella propria città.
E se i prezzi per seguire la “propria” squadra schizzano alle stelle? Dopo una prima ipotesi di innalzamento del costo per evitare che accanto al tifoso palermitano, si sedesse un seguace della vecchia Signora, si è giunti ad un accordo. La società del Palermo ha deciso di "premiare" il tifoso reale, passionale e autentico, come quello che era presente allo stadio per la partita dell'isola, contro il Catania. Una "ricompensa scontata" sull'acquisto dei biglietti a chi presenterà il tagliando che certifichi la partecipazione al derby. Per il resto, curve a 40 euro, tribuna Monte Pellegrino dai 50 ai 70 euro, mentre la tribuna laterale e centrale dai 100 ai 160 euro. Per i tifosi bianco-neri, invece, prezzo fisso di 40 euro nelle poltroncine della gabbia. Una penalità per i tifosi veri o un’ammenda per i quelli occasionali?
Come dichiara Pietro Lo Monaco, amministratore delegato del Palermo: «È giusto che i tifosi della Juventus paghino. Lo sconto a chi c'era nel derby contro il Catania, lo ritengo un gesto doveroso verso i tifosi di questa squadra, che sono in grado di riempire lo stadio e dare una spinta straordinaria alla nostra città. Capisco anche che ci siano molti palermitani juventini, ma mi piacerebbe vedere lo stadio pieno della nostra gente. I tifosi bianconeri - prosegue - devono capire che si tratta di una gara di fascia uno e per vederla vanno fatti sacrifici e sono sicuro che li faranno».
Cosa ne pensano di questa scelta i tifosi delle due squadre? Chiedendo ad alcuni lettori di Balarm, sostenitori dei due rispettivi team, si evince il vero spirito calcistico. Valerio Anastasio, amante di quei colori sin da quando era bambino crede si tratti una scelta corretta che premia l'attaccamento dei tifosi del Palermo a quella maglia, a quei colori, forse anche a quei giocatori. «Iniziativa - precisa - peraltro attuata da anni da parte di molte società di "provincia" ma viziata da un errore di fondo: una tifoseria che ha bisogno di una doppia promozione e di un incentivo per riempire la Favorita in occasione di due partite così importanti deve ancora crescere parecchio. Gli unici da tutelare sempre e comunque sono gli abbonati, forse meglio pochi ma buoni». Più incisivo invece il commento a caldo di Francesco Marcatajo che afferma: «Concordo pienamente con la scelta imprenditoriale di Lo Monaco. Gli juventini paghino per entrare in gabbia. Per tutto il resto c'è Sky!».
Un seguace del Palermo vero come Manfredi Muscolino, che andava al Barbera nonostante la serie C, nonostante gli insuccessi e le sconfitte reiterate, dopo anni e anni di abbonamento cerca di spiegare l'affermazione di Lo Monaco. «Penso che voglia solo cercare di riaccendere un po' il tifo palermitano, quello che si è perso negli ultimi anni, con un entusiasmo che è andato a scemare. Ma non penso che con questa operazione riuscirà a evitare che lo stadio si riempia di tifosi della Vecchia Signora; cosa che non mi infastidisce affatto, a differenza di qualcun altro che aspetta di scoprire uno juventino "mimetizzato" per riempirlo di insulti e accendere le solite baruffe».
Ma i tifosi della squadra che fu di Gianni Agnelli, quelli che non hanno cambiato fede solo per sfilare nel carro dei vincitori della propria città cosa ne pensano? Davide Di Giorgi risponderebbe così all’affermazione di Lo Monaco: «Per me, tifoso juventino da sempre, non sarà una partita come tutte le altre. Ha sempre avuto un sapore diverso. Ma non sarò al Renzo Barbera. Non ero presente al derby, perché per me esiste solo la vecchia Signora. La passione non ha prezzo e l'iniziale aumento del ticket mi ha lasciato perplesso, lo ritenevo eccessivo, soprattutto per chi lavora da precario. C'è chi si imbucherà fra i rosanero - continua - ma io non lo farò. Lo trovo irrispettoso. Io voglio tifare Juve ed esultare».
Pietro Virga, ha solo ricordi in “bianco e nero”, da quando il suo papà, sostenitore della Juventus, gli trasmise quell’amore a due colori. «Mi reputo juventino doc, anche se sono nato a Palermo, non ho mai tifato per quei colori e non inizierò certo “da grande” solo perché negli ultimi anni questa squadra ha ottenuto vari successi. Non mi mescolo a quei tifosi che rispetto - aggiunge - anche se credo che ciò che dica Lo Monaco sia giusto. Non ero presente per la sfida contro il Catania, non mi interessava avere uno "sconto" per vedere la partita da "infiltrato"». Una cosa è certa. La fede, quella vera, è come un marchio a fuoco impresso sulla pelle. Nessuna serie A, come nessuna serie B, può cancellarla. Il dibattito è aperto a tutti i lettori di Balarm...
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