ARTE E ARCHITETTURA
Ottaviano Caruso: tradizione e modernità in Berlin 05
“La fotografia è molto semplice e per questo tanto complessa”, dice Ottaviano Caruso, giovane artista palermitano che ha inaugurato giovedì 21 luglio all’AREAcontenitoreartecontemporanea (piazza Rivoluzione 1, visitabile fino al 21 agosto tutti i giorni dal mercoledì alla domenica, dalle 19.30 in poi), la sua prima personale dal titolo “Berlin 05”, il cui testo critico è di Marina Giordano. L’artista con queste parole vuole spiegare la sua personale concezione della fotografia, mezzo riscoperto proprio in questo suo recente viaggio a Berlino e precedentemente trascurato per altre passioni quale la pittura e il restauro. Forse proprio dalla meticolosità del restauro e dall’interesse per la pittura rinascimentale vengono fuori queste foto “tanto semplici” eppure “tanto complesse”, in cui il tema poco nuovo della stazione e del suo via vai di tipologie umane diverse, dunque il “semplice”, è reso “complesso” dall’applicazione di certe ferree regole tecniche, riuscendo a creare delle immagini pulite, quasi perfette, pur nella spontaneità di chi si trova, da turista, ad osservare con curiosità i frammenti di una quotidianità straniera, nuova.
Appare interessante notare il gioco di riflessi dei vetri che dividono i vagoni, dove si stratificano volti su volti e dove si dichiara esplicitamente la presenza del fotografo, che è lì mescolato tra la folla di passeggeri, protagonista anch’esso di questo racconto berlinese. Proprio per sottolineare l’originalità di Caruso nel fondere il tradizionale tecnico con il tema del moderno, si potrebbe ritrovare in questa intrusione dell’autore nelle sue stesse opere, la famosa immagine del Velazquez riflessa nello specchio del suo Las Meninas. Un accostamento sicuramente non voluto dall’artista ma che riesce a spiegare quanto siano riusciti e fecondi i rimandi nella storia dell’arte, soprattutto i più impensabili.
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