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“Nilo”, il ponte tra gli atenei siciliani e l’impresa
Una spugna di un centimetro in grado di rimarginare le ferite o produrre cellule, brevetto dell’Università di Palermo depositato da un’industria farmaceutica in tutto il mondo; un dispositivo che sparge nei campi insetti antiparassitari, brevetto “ecologico” depositato dall’ateneo di Catania; la prima mappa del rischio sismico nel centro storico di Palermo con un database di 650 elementi del patrimonio storico-monumentale (unica in Italia); un progetto promosso dall’Università di Messina per sperimentare, insieme con industrie cosmetiche e farmaceutiche, l’utilizzo degli scarti degli agrumi; un laboratorio all’Università di Enna per le prove nel campo delle costruzioni stradali, aeroportuali e ferroviarie. Queste e molte altre notizie si trovano da oggi sul portale del Nilo (www.nilosicilia.it), il nuovo network delle quattro Università siciliane nato per collegare stabilmente il mondo accademico e quello produttivo, finanziato grazie al Por, misura 3.15, con tre milioni di euro, e presentato oggi allo Steri di Palermo dai rettori Giuseppe Silvestri dell’Università di Palermo, Francesco Tomasello di Messina, Salvo Andò di Enna, dal direttore di Confindustria Sicilia Giovanni Catalano, dal responsabile del Nilo, Antonino Valenza dell’Università di Palermo, alla presenza del direttore generale dell’assessorato regionale all’Industria Giuseppe Incardona e del dirigente dell’assessorato Pietro Valenti, responsabile del gruppo per l’innovazione. “Nilo” (con sede a Palazzo Dagnino, in piazza Marina) è la sigla che sta per network degli Industrial Liaison Office, gli uffici che si occupano di avvicinare l’Università e l’impresa attraverso la valorizzazione della ricerca universitaria, il sostegno ai brevetti, la promozione di progetti congiunti. Un ponte tra il mondo accademico e il territorio che adesso diventa sistema regionale, punto di riferimento unico per i ricercatori che vogliono mettere “in vetrina” i propri risultati scientifici, per gli industriali che vogliano attingere al patrimonio di creatività delle Università, per gli enti e le imprese che hanno bisogno di giovani cervelli, per i ragazzi che cercano opportunità di inserimento nel mondo del lavoro.
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