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Colazione da Tying Tiffany, electroclash sexy e aggressiva

  • 21 aprile 2006

Ad un mese esatto dallo show di Violetta Beauregarde a molti di noi sarà rimasta la curiosità e la voglia di approfondire la conoscenza di questa sorta di "filiazione" dell’electroclash di cui si sono fatte protagoniste ragazze tanto grintose quanto disinibite: l’artista bolognese Tying Tiffany, con il suo show che avrà luogo ai Candelai di Palermo (via Candelai 65, ingresso 5 euro) domenica 30 aprile, completerà, idealmente e musicalmente, quanto proposto dalla sua collega italo-elvetica, pure lei sotto l'egida di Balarm. L’esibizione dell’artista bolognese sarà organizzata in forma di mini-evento: a partire dalle 20.30 si potrà prendere parte all’aperitivo/buffet di "finger food esotico" accompagnati dalle selezioni sonore easy electro di Mr. Sinclair. Alle 21.30 si potrà assistere alla proiezione di video-arte "Still", allestita dall’artista palermitano Giuseppe Stassi. Infine alle 22.30 inizierà il concerto di Tying Tiffany, al quale seguirà collaudatissimo Loverdose dj set di B-Sucker e Dj Bug.

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Parafrasando il suo nome, che in italiano suonerebbe qualcosa vagamente sadomaso come "legando Tiffany", possiamo affermare che una sottile corda lega i trascorsi della performer bolognese alla sua controparte Violetta ma anche ad artisti internazionali come Le Tigre, Chicks on Speed e Peaches: l’uso prepotente della sensualità femminile e la comune inclinazione per l’elettronica minimalista con forte ascendenza punk sembrano accomunare e legare queste prime attrici di questo tanto sexy quanto spigliato versante dell’electroclash. Ma procediamo per ordine: Tying Tiffany e Violetta hanno condiviso l’appartenenza alla community internazionale delle Suicide Girls, vere e proprie pin-up alternative che sul loro sito (www.suicidegirls.com) mettono in mostra le loro foto senza veli e condividono le loro preferenze musicali che gravitano intorno al punk, al metal e i loro derivati, per i gli innumerevoli avventori disposti a sborsare un cospicuo abbonamento.

Ma l’altro aspetto che le accomuna, anche con le band succitate, è forse il più importante: la comune provenienza da un background musicale punk-rock, che sembra essere il punto di partenza comune per l’esperienza sonora di queste nuove,ma adesso sexy, riot grrrls. Il binomio "sessualità aggressiva più approccio punk" è dunque la chiave d’interpretazione di una nuova schiera di artiste (e Tying Tiffany ne è certamente un ottimo esempio) che fuggono da ogni cliché precedente per portare una ventata di aria fresca (o molto… calda, se vogliamo) nella solitamente morigerata scena indie. Del resto il suo primo album "Undercover", pubblicato dalla Jato nel 2005 e prodotto da Lorenzo Montanà, fa appello sin dalla copertina a quest’uso disinvolto della sensualità femminile. Sensualità che musicalmente prende forma in un concentrato di brani scattanti, pieni di groove, composti con gusto tra citazioni retrò anni ottanta, come in "Sugar Boy, Sugar Girl", la dance anni novanta di "Honey Doll", l’electro attuale di "I Wanna Be Your Mp3", e "Lcd Soundsystem Is Playing At My House" che fa il verso al brano degli Lcd Soundsystem "Daft Punk is….", il tutto sapientemente assemblato con l’abbondante utilizzo di sampler e drum machine e campionamenti vari.

Una proposta decisamente virata sul pop-trash quella di Tiffany, se paragonata alle sonorità hardcore-techno propinate dalla Bauregarde, che mette in luce una personalità musicale ben definita, indubbiamente pronta a farsi strada nella caotica scena electro dei club alternativi, quasi a sottolineare quest’aurea da icona pop art che le si può facilmente attribuire. Un evento del genere non mancherà di richiamare il nutrito pubblico di estimatori dell’electro che sembra essersi sempre più affermato nella scena dei club palermitani, ma anche i più profani del genere non potranno resistere all’appeal di questa giovane artista. Ai più smaliziati che si staranno chiedendo quanto questo proporre una sensualità insolita e alternativa sia in realtà uno specchietto per le allodole per spacciare musica insipida rispondiamo liquidandoli col vecchio detto "anche l’occhio vuole la sua parte": dopo anni di Barbie plastificate del pop e poetesse sciatte dell’indie, di tipe toste come Tiffany se ne sentiva il bisogno!

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