MUSICA
Chevreuil e Dévics, ai Candelai doppia coppia indie
Doppia coppia all’asso per "I Candelai" di Palermo (via Candelai 65) che il 27 e il 28 aprile ospiterà due tra le band indie-rock più interessanti nel panorama internazionale: i francesi Chevreuil e i losangelini Dévics.
Gli Chevreuil, duo-band di Nantes prodotta da Steve Albini, durante il loro lungo tour italiano, faranno tappa a Palermo giovedì 27 aprile (ore 22, ingresso 4 euro, riduzione tramite iscrizione alla lista online) grazie allo zampino dell’organizzazione di Balarm. Quando nel 1999, Julien F. (batteria) e Tony C. (chitarra su quattro amplificatori), danno vita agli Chevreuil, nulla lascia presagire l’atmosfera musicale unica che si svilupperà dal loro incontro, e che darà luogo non solo a un primo 45 giri con gli Ulan Bator e a tre album ("Sport" - 2000, "Ghetto blaster" - 2001 e "Chateauvallon" - 2003), ma soprattutto a una maniera unica di presentare le loro performance sceniche, che influenzerà innegabilmente la musica attuale. Steve Albini riprende con cura il suono di quell’unica chitarra collegata a quattro amplificatori e di quella batteria meccanica, strumenti sufficienti agli Chevreuil per creare dei pezzi organici, sofisticati e spazialmente inediti.
Venerdì 28 aprile toccherà a Sara e Dustin, meglio noti come Dévics, sfiorare le corde dell’anima di tutti i palermitani che non vorranno perdersi il loro spettacolo (ore 22.30, ingresso 7 euro, 4 per i soci Candelai). Il duo di Los Angeles (che però ha trovato casa a Faenza), a tre anni dal precedente e ottimo "The Stars at Saint Andrea", che aveva riscosso pressoché unanime consenso tra critici e appassionati, rilascia la sua ultima creatura: "Push The Heart". L’album segna la decisa svolta verso il dream-pop dove l’aspetto cantautorale ha conquistato centralità nell’approccio compositivo, relegando in secondo piano l’elemento atmosferico, che tanto aveva caratterizzato il suono della band nei passati lavori, abbandonando definitivamente l’approccio indie pregno di vitalità post-adolescenziale.
Echi post-wave riverberano sulle superfici levigate di "Just One Breath" e convincente è anche "Distant Radio", contesa tra elettricità e delicatezze acustiche. "Salty Seas", invece, non brilla certo per originalità: un lento pianistico intriso di tristezza come Tori Amos ne sa scrivere a centinaia e di migliori. Anche in questo ultimo album è possibile sentire solite influenze Portishead, musica sensuale e notturna, capace di solleticare il cuore e far sognare. Il fascino dei Dévics sta tutto nelle loro melodie tenui e immediate, strumenti che sembrano giocattoli creano atmosfere seducenti, la voce languida di Sara Lov sussurra parole che toccano direttamente l’anima.
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