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Baglioni, tre show per dire: "siamo tutti qui"

  • 5 novembre 2006

Si preannuncia come un grandissimo evento l’ultimo tour di Claudio Baglioni. A Palermo si fermerà addirittura tre giorni: il 9 novembre al Palasport di Palermo con repliche il 10 e l’11 novembre (il costo del biglietto oscilla tra 51,80 e 28,80 euro, diritti di prevendita inclusi. Il "Tutti qui" tour è un progetto ambizioso che il cantante romano ha fortemente voluto, tutta la sua musica e tutta la sua storia in tre ore di grandi brani dal vivo. Il meglio del meglio dei quarant’anni di carriera di uno degli artisti più seguiti e amati, in uno show irripetibile nel quale, per la prima volta, alcuni brani vivranno del fascino delle edizioni originali. La scaletta è stata tratta dai due fortunatissimi best of "Tutti qui" e "Gli altri, tutti qui", che hanno vinto ben sei dischi di platino.

Ad affiancare queste due raccolte, se ne aggiunge una terza appena uscita, "Quelli degli altri, tutti qui", ovvero la musica che ha portato Baglioni alla musica: un doppio album per un viaggio nella memoria tra «brani giganti di autori e interpreti giganti» (come afferma lui stesso), una rivisitazione di trenta dei brani e degli autori più rappresentativi della musica italiana degli anni compresi tra il 1960 e il 1968; il tutto con un tocco elegante, senza stravolgimenti, senza esagerazioni, con innegabile, compiaciuto buon gusto. Da quello che può essere considerato il "big bang" della canzone d’autore italiana: la rivoluzionaria "Nel blu dipinto di blu" (1958), di Domenico Modugno (il padre di tutti i cantautori), alle eteree, rarefatte, indimenticabili "Emozioni" (1970) di Lucio Battisti, il capostipite dei cantautori moderni. Il tutto, passando per capolavori immortali come "La canzone dell’amore perduto" (De Andrè), "Io che non vivo" (Donaggio), "Io che amo solo te" (Endrigo), "Non arrossire" (Gaber), "Se telefonando" (Morricone, De Chiara, Costanzo), "Vedrai vedrai" (Tenco), solo per ricordare alcuni tra i trenta titoli di questa inconsueta collezione accompagnata dalle sapienti orchestrazioni di Bacalov, Gianolio e Lombardi.
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Doppio il cd e doppia anche l’anima musicale: moderna nella prima parte, sinfonica nella seconda, dove la grande orchestra rappresenta la cifra espressiva dominante. In entrambi i casi, però, musica "vera" e completamente "acustica", eseguita senza l’ausilio di sequenze, suoni sintetici o campionamenti. Nelle radio è già in programmazione "Cinque minuti e poi" portata al successo nel 1968 da Maurizio Arcieri dei "New Dada", singolo scelto per lanciare questa nuova collezione, ma Baglioni spiega che «Non si tratta di un singolo, del resto sarebbe stato impossibile scegliere una canzone che potesse dirsi rappresentativa di una raccolta come questa. Si tratta del punto di partenza di un viaggio in 29 tappe, tutte ugualmente importanti e tutte singolarmente da ascoltare, da percorrere dall'inizio alla fine senza deviazioni", e aggiunge che "nel titolo è iscritto un po' il destino di ogni canzone: la sua vita breve che entra nella nostra vita e diviene, allo stesso tempo, punto di partenza, veicolo e carburante per un nuovo, affascinante viaggio».
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