LIBRI
Le vite (ordinarie e straordinarie) degli ebrei di Sicilia raccontate da Alessandro Hoffmann
Ricordare quelle storie è un dovere morale e un impegno civile. "Gli amici di Moïse: Cento e più storie di ebrei di Sicilia" esce nel mese della memoria per Edizioni Kalòs
Alessandro Hoffman
Alessandro Hoffmann studia da alcuni anni la storia degli ebrei di Sicilia nel Novecento. E proprio a gennaio, il mese della memoria, esce per Edizioni Kalós, il suo "Gli amici di Moïse: Cento e più storie di ebrei di Sicilia".
Già nel 2019, Hoffmann aveva presentato alla casa editrice un progetto il cui scopo era quello di divulgare storie di grandi uomini e donne, spesso dimenticati dalla storia come vittime minori di un grande massacro. Alessandro Hoffmann è nato e vive a Palermo. Ha diretto a lungo Radio Spazio Noi inBlu e ha collaborato con il "Giornale di Sicilia".
È stato professore di Scienze Agrarie presso l’Università di Palermo e vicedirettore della Programmazione della Regione Siciliana. Nel 2001 ha ricevuto dal Presidente della Repubblica uno dei Premi Pasquale Saraceno per studi sul Mezzogiorno banditi dalla Svimez. Ha scritto "Storia di una famiglia di origine ebrea a Palermo".
Ricordare quelle storie in cui ci troviamo di fronte ad arresti, internamenti, deportazioni, è un dovere morale e un impegno civile: di oltre cento di loro si sono cercate le tracce e si è tentato di ricostruirne la storia, senza dimenticare alcuni Grandi Vecchi e i Giusti di Sicilia.
Ma chi è questo Moïse? Sappiamo di ebrei che sono nati e abitavano in Sicilia, ebrei che sono nati in Sicilia e poi si sono trasferiti altrove, ebrei che vivevano da molto in Sicilia, ebrei che si trovavano da poco in Sicilia. Moïse Schächter è tra questi ultimi. Di origine rumena e di religione ebraica, laureatosi in Medicina e sposato con una ragazza di Lascari, quattro figli, è l'esempio più emblematico di quegli anni: viene arrestato a Palermo e per ben tre anni sottoposto al sistema concentrazionario e di internamento italiano. Come lui, tanti altri.
Oggi osserviamo indifferenti luoghi in cui furono condotte indagini, pedinamenti, arresti improvvisi, violenze. Ignoriamo i documenti sulle telefonate e sulle timbrature che in Questura e in Prefettura sanzionavano il rifiuto delle richieste di libertà degli internati, i licenziamenti nelle imprese o la chiusura delle facoltà universitarie e delle scuole a professori e studenti ebrei. Alessandro Hoffmann racconta cosa è successo prima e dopo questi eventi, grazie alle sue difficili ricerche, condotte tra scartoffie, documenti di archivio e testimonianze dirette.
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