CINEMA E TV
La storia dell'Isola delle Rose e quel legame con la Sicilia: il ruolo del ministro Franco Restivo
È tra i film più visti sulla piattaforma Netflix e, tra realtà e finzione, riporta alla luce una storia apparentemente strampalata ma che influenzò l'equilibrio dell'Italia nel 1968
Il ministro siciliano Franco Restivo impersonato dall'attore Fabrizio Bentivoglio nel film "L'Isola delle Rose"
Nonostante la vicenda (vera) risalga solamente al 1968, quindi in un'epoca recente, continua a riscuotere interesse e, per certi versi, ha avuto pure un legame con la Sicilia.
Si tratta dell’esperienza dell’autoproclamata Repubblica esperantista dell’isola delle Rose, un isolotto di acciaio costruito al largo di Rimini dal pensiero visionario, e rivoluzionario, di un giovane ingegnere e di un amico.
Nel film, per la regia di Sydney Sibilia, l'ingegnere bolognese Giorgio Rosa, a cui venne l'insolita idea, è interpretato da Elio Germano, insieme ad un cast di tutto rispetto.
Tra gli altri attori, non solo sullo schermo, ma della vicenda tutta c'è, infatti, anche un personaggio dall'accento palermitano – interpretato da Fabrizio Bentivoglio – che allora era ministro dell'Interno.
Il regista Sibilia, infatti, è stato molto bravo a riportane in luce le caratteristiche principali - quali l'umorismo e l'apparente e non sostanziale svolgiatezza che risaltano soprattutto nei dialoghi con gli altri personaggi, in particolare con Luca Zingaretti che interpreta l’allora presidente del Consiglio Giovanni Leone.
A guardare bene il curriculum di Restivo - un “convinto assertore dell’autonomia regionale” come venne definito - fu ricchissimo di attività e momenti importanti (fu eletto, ad esempio, per tre legislature in fila, fino a divnetare nel 1963 vicepresidente della Camera) e fu anche il presidente della Regione Siciliana più longevo della storia.
Nella fattispecie la storia dell'isola delle Rose (nome ufficiale Repubblica Esperantista dell'Isola delle Rose) fu significativa per la storia del governo italiano perchè fu un caso di costutuzione di "micronazione" che portò all'ampliamento, per legge, dei confini delle acque territoriali.
L'Isola delle Rose venne realizzata con una piattaforma artificiale di 400 m² che sorgeva nel mare Adriatico, a 11,612 km al largo della costa tra Rimini e Cesenatico e 500 metri al di fuori delle acque territoriali italiane e che, il 1º maggio 1968, autoproclamò lo status di Stato indipendente.
L'esperienza, riportata da tutti i giornali a livello internazionale, durò pochi mesi ma segnò comunque la storia nazionale.
Pur avendo una lingua ufficiale (l'esperanto), un governo, una moneta e un'emissione postale non fu mai formalmente riconosciuta da alcun Paese del mondo come nazione indipendente.
Venne occupata dalle forze di polizia italiane il 26 giugno 1968 e sottoposta a blocco navale; nel febbraio del 1969 venne demolita.
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