STORIA E TRADIZIONI
La "Reggia di Versailles" in salsa catanese: tutti i segreti del Monastero dei Benedettini
Il monastero ha le sembianze di un vero e proprio palazzo reale, una sorta di "paradiso terrestre" con cui i monaci hanno voluto assicurarsi un posto, almeno nella Terra
Il Monastero dei Benedettini di Catania (foto Wikipedia)
Recente protagonista della terza puntata del programma "Le Meraviglie" condotto da Alberto Angela e di cui abbiamo parlato qui, il Monastero è uno degli esempi più lampanti di integrazione tra le varie epoche storiche che si sono susseguite dal 1558, anno della fondazione, ad oggi - che è sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell'Università di Catania.
Ha resistito a calamità naturali, tra cui la colata lavica prima e il terremoto del 1963 dopo, questo mega convento di lusso dei monaci cassinesi è stato nel corso degli anni distrutto, ricostruito e ampliato trasformandosi di continuo e regalandoci oggi un vero e proprio libro di storia da poter visitare e toccare con mano.
Da molti soprannominato la "Versaille catanese", il Monastero ha le sembianze di un vero e proprio palazzo reale, una sorta di "paradiso terrestre" con cui i monaci benedettini hanno voluto assicurarsi un posto, almeno nella Terra.
In fondo, il ruolo delle facciate era proprio quello di mostrare la ricchezza e il potere di chi vi abita. Potere che ben è dimostrato dalla sfilza dei 42 balconi che si affacciano dal lato sud della facciata del Monastero, nonché dalle decorazioni merlettatte sui lati a cui hanno contribuito i tantissimi architetti che si sono susseguiti nei numerosi progetti del palazzo.
Centinaia di persone sono state coinvolte nella costruzione e nel disegno del Monastero. A cominciare da Antonio Amato che nel 1782 disegnò il primo grande progetto e alle storiche famiglie di scalpellini, capomastri, carpentieri, falegnami, fabbri e muratori: manodopoera specializzata ma anche persone comuni hanno lavorato per un secolo e mezzo per la costruzione di questo monastero che nel periodo di massimo splendore occupava una dimensione di ben centomila metri quadrati - ossia quella che occuperebbero 10 edifici del calibro del Duomo di Milano.
La magnificenza del Monastero continua anche all'interno dell'edificio. Lo scalone di ingresso (interamente in marmo di Carrara) è una sorta di "scala-tenaglia" con delle rampe contrapposte che si ricongiungono al primo piano, attorno ci sono stucchi e decorazioni di stile neoclassico che raccontano quanto sia antica questa struttura.
Nei due chiostri, con tanto di tempietto in stile gotico decorato da maioliche siciliane, i monaci si rilassavano sorseggiando un caffè, il tè o la cioccolata. Ma il Monastero non era solo un convento. Al suo interno c'era una piccola città nella città costituita da avvocati, impiegati, sarti, cuochi, falegnami, medici, giardinieri e custodi che qui lavoravano. Ne fece parte anche Carmelo Bellini, il fratello del compositore Vincenzo.
Per alcuni era una fortezza inespugnabile, per altri una prigione dorata, ma nonostante i pregiudizi i monaci erano in realtà molto ospitali e si occupavano dei poveri della città. Qui si riposò Garibaldi e tutto il suo seguito; mentre ogni settimana e per tutto l'anno, le porte del monastero si aprivano per la beneficenza: 8 quintali di pane venivano distribuiti alle donne e agli uomini.
Giovanni Battista Vaccarini realizzò la "Biblioteche Riunite", la Cappella Sistina del sapere dei monaci: qui sono conservati ben 280 mila opere di tutti i tipi, tra testi sacri, codici miniati, erbari, testi del 700 e soprattutto la Bibbia piu bella al mondo, senza errori, fatta a mano in 11 anni da Pietro Cavallini, con 400 pagine fatte con pelle di pecora.
Nella chiesa del Monastero dei Benedettini, la cui facciata non è mai stata completata per le enormi dimensioni, è incastonato invece il più grande organo d'italia di quell'epoca. Tre tastiere governano 2.378 canne da cui sgorga il suono che imita molti strumenti.
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