TRADIZIONI
La festa di San Biagio in Sicilia e i "panuzzi" dolci: c'è chi usa una formina vecchia più di 100 anni
In diversi paesi si usa portare in Chiesa e fare benedire i "panuzzi". Ci sono quelli salati di cui vi abbiamo raccontato e ci sono quelli dolci. Una tradizione che continua nel tempo
I "panuzzi" dolci di san Biagio (foto di Grazia Mantia)
Magari non tutti sanno che è une festa sentita anche in diversi paesi della Sicilia. Anche, sì, perchè certamente è una giornata della tradizione milanese in cui si usa mangiare l’ultimo panettone della stagione o l’ultima fetta. La storia che risale a questa tradizione è legata più a una leggenda popolare che narra di "una donna che appena prima di Natale, si recò da tal Frate Desiderio per fare benedire il panettone che aveva preparato per la sua famiglia.
Accadde però che il 3 febbraio, giorno di San Biagio, la donna si presentò dal frate per avere indietro il suo panettone benedetto. Frate Desiderio, dispiaciuto per averlo già mangiato, si recò comunque in canonica a prendere il recipiente vuoto da restituire alla donna. Ed è qui che si compì "il miracolo": c’era un panettone grande ben due volte quello che gli era stato lasciato a dicembre. Da allora l’usanza è quella di consumare un panettone, definito appunto di San Biagio, proprio in questo giorno.
Ma torniamo in Sicilia. Dicevamo che in diversi paesi si usa portare in Chiesa e fare benedire i "panuzzi". Ci sono quelli salati di cui vi abbiamo raccontato e ci sono quelli dolci. Si tratta di un biscotto di pasta frolla non molto zuccherato o a forma di cerchio tipo gola oppure con l'immagine del Santo.
Quelli che vi proproniamo sono questi ultimi realizzati da Grazia Mantia con una formina con l'immagine di San Biagio. La formina ha più di 100 anni.
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