STORIA E TRADIZIONI
La chiamano "Grotta degli Uffizi" per la sua magnificenza: tesori naturali in Sicilia
Le Grotte di Scurati sono un insediamento preistorico vicino Trapani: tra queste anche la spettacolare grotta Mangiapane, chiamata anche come il museo fiorentino
Le stalattiti della grotta della Clava (Tp) - foto di Agnese Pennisi
Lo rileva un'inchiesta di Cna Turismo e Commercio. Dal Friuli alla Sicilia sono 52 le grotte turistiche in Italia I maggiori siti turistici sono in Sardegna che può vantare 12 grotte visitabili. A seguire il Friuli-Venezia Giulia con sei siti speleologici, poi la Puglia con cinque, il Lazio e la Toscana con quattro; Campania, Piemonte, Lombardia con tre; Abruzzo, Calabria, Liguria e Veneto con due; infine un sito in Basilicata, Marche, Sicilia e Valle d'Aosta. La durata media di visita delle grotte varia da 15 minuti a oltre tre ore in base alla grandezza e alla profondità del sito.
Accoglie al suo interno un piccolo borgo di case, abitato dal 1819 fino alla metà del Novecento. La più importante è senza dubbio la grotta Mangiapane chiamata anche "Grotta degli Uffizi" proprio per la sua magnificenza. Posta a un’altitudine di 55-60 metri sopra il livello del mare in località Scurati, alta circa 70 metri e profonda 50, fu abitata dall’uomo sin dal Paleolitico superiore. I primi studi sono stati condotti dal marchese Guido Dalla Rosa nel 1870 e da Raimond Vaufrey nel 1925.
Tra i numerosi reperti preistorici, sono stati ritrovati denti e ossa di animali, selci lavorate, ossidiana e pitture rupestri tuttora conservati presso il museo Pepoli di Trapani, il museo della Preistoria della Torre di Ligny e il museo Etno-antropologico di Parigi. Abitata fino ai primi anni ’50 dalla famiglia Mangiapane, oggi la grotta è la sede naturale del Presepe e del Museo Vivente.
Situata proprio dietro la grotta Mangiapane, larga 4 metri e profonda 23 metri circa, si apre la grotta Buffa. Fu esplorata dal marchese dalla Rosa e dal Vaufrey, e al suo interno furono ritrovati più di 500 utensili e armi in pietra oltre a molti resti di animali conservati in diversi musei siciliani.
Situata nella Riserva Naturale Orientata di Monte Cofano (Tp) a circa 55 m s.l.m e al di sopra della piccola cappella votiva, si trova la grotta del Crocefisso. Si presenta con un corridoio ogivale, largo 6 metri e profondo circa 22 metri: lo strato della grotta non sembra essere stravolto pertanto rimane tuttora una grotta di notevole interesse. Numerosi utensili, ossa di animali (come la testa di un cervo) e dell’ottima selce sono state rinventure all’interno della grotta. Recentemente sia nella grotta del Crocefisso che nella grotta Mangiapane,sono stati condotti degli scavi archeologici dalla Soprintendenza bb. Cc. Aa. di Trapani sotto la direzione dello stimato Sebastiano Tusa.
Ubicata nell’omonima contrada a circa 100 metri sopra il livello del mare, la grotta Rumena è stata esplorata dal Vaufrey che la definì una delle più belle del territorio custonacese. Numerose concrezioni e selci di varia natura sono state ritrovate al suo interno.
La grotta si presenta con una sala a forma di forno larga 3 metri e profonda all’ incirca 13 metri e fu usata come fortificazione durante le invasioni saracene.
In località Scurati e anch’essa espolata dal Vaufrey nel 1925, la grotta Miceli si presenta con una sala rotonda larga 5 metri e profonda 12 metri. Ancora oggi restano incisi i segni sulle pareti rocciosi di più di 20.000 anni fa.
Nella cornice del parco suburbano di Cerriolo, la grotta Cufuni presenta delle splendide formazioni calcaree e da stalattiti e stalagmiti.
La grotta della Clava è una grotta orizzontale rinvenuta per caso negli anni '50. Viene chiamata così per la presenza all'interno di una stagmatite a forma di clava. Vi si accede da una buca sul terreno scoprendo innumerevoli stalattiti e stalagmiti.
A 150 metri sopra il livello del mare nel territorio piano della zubbia a 2000 metri a sud di monte Cofano, la grotta è stata esplorata dal professore Anelli nel 1965. Nella cavità terminale per la ricchezza di concrezione cristalline, è stata soprannominata “caverna bianca”.
In una successione di cavità verticali che raggiungono all’incirca 200 metri e situata nella omonima contrada c'è l’Abisso di Purgatorio. La cavità è accessibile solo a speleologi muniti di attrezzatura specifica tramite un pozzo a cielo aperto profondo 10 metri circa.
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