STORIE
"L'omu cani di Mazara non è Majorana": la tesi documentata dello studioso calabrese Aurelio Pelle
Dopo il nostro articolo sulla storia del clochard colto di Mazara, Aurelio Pelle, scrittore di San Luca e studioso del "caso Majorana", ci ha raccontato la vita dello scienziato e le sue identità segrete
Ettore Majorana, a dx l'annuncio dopo la sua scomparsa
Majorana, lo ricordiamo brevemente, faceva parte del gruppo dei fisici noto come "I ragazzi di via Panisperna" con a capo Enrico Fermi, che negli anni '30 operò presso il Regio istituto di fisica dell'Università di Roma, allora ubicato, per l'appunto, in via Panisperna 90.
Nel 1934 questo gruppo di giovani fisici fece la sua scoperta più importante, la proprietà dei neutroni lenti in fisica nucleare, che diede avvio alla realizzazione del primo reattore nucleare e successivamente della bomba atomica. Lo scenziato siciliano scomparve misteriosamente nella primavera del 1938 a 31 anni e ancora oggi sono molte le domande rimaste senza risposte legate alla sua sparizione.
Il contributo inviatoci da Aurelio Pelle
"Mi è stato segnalata la pubblicazione di un articolo dal titolo Per tutti era "l'omu cani di Mazara": ancora oggi è un mistero l'esistenza del barbone colto, con il quale si ripropone l'identificazione di Ettore Majorana, nel clochard di Mazara, deceduto il 9 luglio 1973.
Una vicenda rocambolesca narrata nel volume "Cippo 382 alias Ettore Majorana. Il clochard eremita asceta in Aspromonte", un libro inchiesta sulla scomparsa dello scienziato Ettore Majorana (acquistabile in Amazon KDP, edizione on line e cartacea, anche in lingua inglese, ndr).
La soluzione dell'Enigma Ettore Majorana - che il sottoscritto rivendica - è comprovata da:
- da Certificazioni rilasciate dagli Uffici Anagrafe- Stato Civile di: Polistena, Fabrizia, Serra San Bruno, Catania e San Luca.
- nei documenti manoscritti (Atti di Stato Civile e Anagrafici) scoperti nei data-base degli Archivi di Stato di Reggio Calabria e di Vibo Valentia. Reperti verosimilmente redatti da agenti segreti (frati?) dietro indicazioni del geniale scienziato. Diversamente, non si spiegherebbe la mole di informazioni criptiche racchiusa nei suddetti documenti inerenti il geniale scienziato.
- nel Dossier Ettore Majorana conservato nell'Archivio Vaticano relativo al Pontefice Pio XII, desecretato il 1° marzo 2020.
Sintesi dell'inchiesta
"Ettore Majorana cambiò nome a Polistena (RC). Approfittò della circostanza che il 6 luglio 1921, durante una protesta popolare, furono distrutti gli archivi dell'Ufficio Anagrafe e di Stato Civile, in seguito ricostruiti in base al Registro Battesimi della Parrocchia, e/o dietro Dichiarazione Sostitutiva di Atto di Notorietà dei soggetti interessati. La dichiarazione dello scienziato (10 giugno 1931), fu ratificata e trascritta nel Registro Nascite di Polistena il 5 dicembre del 1933.
Ettore Majorana, nuovo "il fu Mattia Pascal", dichiarò essere Carlino Giovanni nato a Polistena il 6 gennaio 1890. Dopo la fuga, si rifugiò in Calabria, dove Salvatore Majorana, fratello dello scomparso, e Fausto Roncoroni, cugino, lo rintracciarono in "un vallone boscoso, ospite di pastori".
In effetti nel territorio di San Luca (il paese di Corrado Alvaro, autore di “gente in Aspromonte”), dove si presentò quale orologiaio. Vi rimase fino al l939-1940, quando si rifugiò nel Convento “La Certosa” di Serra San Bruno. Nel dopoguerra rientrò a San Luca, che, talvolta, lasciò anche per lunghi periodi.
La popolazione lo adottò collettivamente assegnandogli il titolo nobiliare “Don”. Don Carlino; semplicemente Don Carlino. Giovanni Carlino, cessò di vivere l'8 gennaio del 1962.
Identità sessuale "double face"
Lo scienziato si servì anche di una seconda falsa identità civico-anagrafica intestata a Salerno Immacolata Maria Stella nata a Fabrizia il 21- 6 -1913. La barba rada, i lunghi capelli, le diverse acconciature, gli permettevano di camuffarsi: maschio semi-eunuco, ovvero donna mascolina. Travestimenti già sperimentati dal 1934 al 1937, dopo la ratifica ufficiale della nuova identità civico-anagrafica acquisita a Polistena.
Ettore Majorana fu costantemente vigilato da agenti segreti (frati?), e controllato dai propri familiari. Tant'è che le spoglie, esumate a San Luca, furono traslocate a Catania con una messinscena da romanzo giallo: la finzione del decesso dell'immaginaria Immacolata Salerno.
L'itinerario anagrafico-burocratico dell'inesistente Immacolata Salerno termina nel Cimitero Monumentale di Catania, -Cappella funeraria "Majorana-Calatabiano-Corso". Circostanza, di per sé, garanzia dell'identificazione dello scienziato siciliano nell'orologiaio Giovanni Carlino, alias Don Carlino.
Ulteriori conferme: le irregolarità riscontrate nei Certificati rilasciati dai suddetti Municipi: Polistena, San Luca, Fabrizia e Catania (Certificato ed Estratto Atto di Morte, Certificato Storico di Residenza); e, nondimeno, i messaggi criptici inseriti negli stessi Atti anagrafici. Notizie tutte riconducibili allo scienziato. L'esame DNA non lascerebbe dubbi. Peraltro, a tal fine, sarebbe sufficiente un'ispezione visiva nei suddetti loculi cimiteriali.
Ettore Majorana scoprì la radice ultima dei fatti naturali?
Giovanni Carlino completò le indagini speculative cui il professor Ettore Majorana accennò il 13 gennaio 1938 (Prima lezione per gli studenti dell'Università di Napoli)?
Un'anziana signora residente a Reggio Calabria (S.M.), occasionalmente e spontaneamente, ha dichiarato: "Mi chiedo cosa sia successo a tutte quelle pile di carta adagiate accanto al suo misero giaciglio".
Risolto l'enigma, Ettore Majorana, appare ancor più affascinante, misterioso, arcano ed inesplicabile. Don Carlino, alias Giovanni Carlino, alias Ettore Majorana, clochard eremita asceta in Aspromonte, trascorsi ottantuno anni dalla sparizione, pone all'Umanità questioni enormi: scientifiche, etiche, spirituali e filosofiche, la cui dimensione è indefinibile".
Aurelio Pelle
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