STORIA E TRADIZIONI
In Sicilia si dice due volte, sennò non ce la fai: quando vai "catammari, catammari"
Questa espressione colorita e ripetitiva come la conosciamo oggi la troviamo a Trapani, Caltanissetta e Palermo. A Catania invece è tutto diverso. Scopriamola
Persino azioni come camminare risultano meccaniche e si fanno catammari, catammari. Una ripetizione che nella lingua siciliana indica un senso di lentezza mastodontico; non a caso il suo significato è "piano, piano, lemme lemme".
Originariamente si pensava fosse una parola derivante dall’arabo, invece pare derivi dal greco: “katà + meros - a parte, a parte".
Questa espressione colorita e ripetitiva come la conosciamo oggi la troviamo a Trapani, Caltanissetta e Palermo con “catammaru, catammaru” per indicare una persona che cammina lentamente, in maniera mogia o per invitare a fare qualcosa, smuoversi.
A Catania invece ci si riferisce alla lentezza o a qualcosa fatto alla buona con "alleggiu - adagio, piano". Avverbio nato dall’unione fra la preposizione “a” e l’aggettivo "leggiu - leggero”.
… Vogghiu cantari,
vogghiu ballari
Vaja sunatimi
Li scattagnetti
…
Nun vogghiu cimmalu,
nè vijulinu
mancu sarteriu
nè minnulinu
Chisti mi pracinu,
Però mi spiranu
Certu pateticu
Chi fa addurmisciri
E catammari, catammari
Mi fa jiri in visibilu…
… Voglio cantare, voglio ballare
Su via suonatemi
gli scattagnetti (simili a nacchere spagnole)
…
Non voglio clavicembalo,
né violino
neanche salterio (tipo cetra)
Questi strumenti mi praticano?
Però mi ispirano
Certo è patetico
che fa addormentare
E piano piano
mi fa andare in estasi.
Gustibus a parte, in questi versi possiamo notare come il termine è usato dal poeta per indicare gli effetti che certi strumenti hanno in lui conducendolo lentamente a una sonnolenza piacevole.
Oggi catammari, catammari resiste al tempo e rimane un termine d’uso comune per far notare al prossimo un atteggiamento o andamento pigro.
Da non trasformare però nella propria ragione d’azione, anche perché va bene il detto italiano “chi va piano va sano e va lontano”, ma il rischio di sprofondare lentamente nell’apatia è dietro l’angolo.
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