CRONACA
Imprenditori e professionisti uniti per rilanciare la città: nasce "Palermo Mediterranea"
L’intento principale di "Palermo Mediterranea" è quello di coinvolgere tutti, partecipando attivamente alla definizione delle iniziative e allo sviluppo collettivo della città
La Cala di Palermo
Nella fattispecie PaMed, come viene chiamata, è una comunità attiva, al lavoro già da un paio di anni, che unisce attorno ad una visione di città, sostenibile e coesa, imprenditori e professionisti che vogliono agire per il cambiamento, concreto, di uno luogo unico al mondo per storia e cultura quale è la città di Palermo.
Gli attori principali, a cui si sono già aggiunti via via altri aderenti, come si può vedere consultando il sito www.palermomediterranea.it, sono Marco Giammona e Dario Nepoti, rispettivamente presidente e direttore di Palermo Mediterranea, affiancati da imprenditori ed esperti come Giuseppe Tasca, Marco Francese e Stefano Tortorici, che formano il “tavolo tecnico”, diciamo così, che introdurrà quanti vorranno presentarsi e far parte di questa realtà operativa.
«La nostra policy vuole essere la discrezione - ci ha detto Marco Giammona - non cerchiamo i riflettori, oggi condividiamo il frutto del lavoro già fatto negli anni precedenti per aprirci ed accogliere quanti vorranno interagire con il nostro gruppo di lavoro per ridare dignità al lavoro d’impresa, per troppi anni mortificato nel capoluogo.
Il collasso del mondo industriale negli ultimi 70 anni a Palermo, ha determinato il collasso della migliore società civile, è tempo di riscattare, con il ben fare e con il produrre risorse, la categoria imprenditoriale nelle sue forme più varie.
PaMed vuole essere un think thank pubblico-privato - ci ha detto Marco Giammona - cerchiamo di far incontrare e incrociare persone che, a vario titolo, fanno qualcosa in questa città, creando condizioni di sviluppo attraverso un approccio trasversale.
Ci teniamo a precisare - ha continuato Giammona - che non difendiamo e non perseguiamo interessi di alcuna categoria, l’unico interesse che ci spinge è fare qualcosa per questa città, migliorare le sue condizioni generali legate principalmente allo sviluppo economico che rappresenta la centralità di una società in crescita. Questo è il nostro credo».
Tra coloro che hanno già aderito a quello che viene presentato come un “club” ma che, come ci ha precisato Giammona, non è per nulla esclusivo, ci sono docenti universitari, avvocati, grandi e piccoli imprenditori, collezionisti ma anche coach dell’apprendimento e attori, presenze che testimoniano la trasversalità di questa community che no conta su finanziamenti o sostegni pubblici.
«Ci teniamo a precisare che non siamo legati a nessuna identificazione o appartenenza politica ma siamo a supporto di qualsiasi ente o istituzione che pensa di dover dialogare con il mondo dell’impresa; siamo un movimento che vuole fare riflettere sulle opportunità che possono realizzarsi in città.
Non siamo un club chiuso né tantomeno esclusivo, siamo una community completamente trasversale e assolutamente non politicizzata, che conta sulle proprie risorse, costituita da tante diversità che, messe a confronto, secondo noi daranno una concreta possibilità di crescita alla città».
Una realtà, dunque, che vuole attivare, dinamizzare e comunicare il rilancio della città attraverso alleanze e agendo per la nascita di nuovi ecosistemi territoriali.
Poche le figure femminili presenti al momento in PaMed ma è solo un caso ci ha tenuto a sottolineare Giammona.
«Le quote rose in sé per sé sono un’offesa alle donne. Nel nostro gruppo di lavoro le donne sono state presenti sin dalle prime battute e soprattuto per quanto ci riguarda può partecipare chiunque condivida il nostro credo.
Al momento, nella fattispecie, c’è stata una minore presenza femminile, ma noi ci auguriamo che con questo lancio ufficiale di PaMed tante imprenditrici donne si uniscano a noi».
I tre motori, fondamentali per la ripresa, su cui si muove questa community sono: lo sviluppo imprenditoriale, la coesione sociale e la transizione ecologica.
Tra i progetti già realizzati da PaMed ci sono la Digital Business Week, intesa come un volano per costruire nuovi network e far conoscere Palermo come meta per l'innovazione e il digital.
Al momento il gruppo di lavoro è impegnato, anche, nello sviluppo di un programma webinar per raccontare le prospettive della nostra città, insieme a una newsletter con l’obiettivo di sviluppare anche dei podcast per la promozione della città nel mondo.
Sul versante della coesione sociale Palermo Mediterranea si pone l’obiettivo di produrre soluzioni alla frammentazione sociale attraverso la promozione culturale, la formazione, l'educazione e la rigenerazione dei luoghi di aggregazione.
«Stiamo già sviluppando assieme all’assessorato alle Politiche giovanili e all'Innovazione “Palermo Upperground”, un progetto destinato alla rigenerazione dei luoghi pubblici attraverso l’arte, la musica e la sostenibilità con l’obiettivo di renderli nuovamente fonte di benessere, di convivialità e sicuri».
La transizione ecologica, infine, sembra essere l’obiettivo più arduo e innovativo.
«Bisogna declinare questa espressione nella concretezza più totale. Tutto ciò che è città oggi si deve confrontare con la sostenibilità. Palermo può fare di questa sfida il proprio asset vincente, quale giardino mediterraneo che si affaccia sul mare.
Dobbiamo incrementare la cultura dello sviluppo del godimento del bello e in quest’ottica abbiamo messo in campo una serie di iniziative che andranno a sensibilizzare sull’uso della plastica e un progetto legato alla rigenerazione dei tetti in superfici verdi, realizzato con l’architetto Silvia Petrucci.
Abbiamo già condiviso il nostro studio e siamo in attesa di atti formali che saranno inclusi nel regolamento comunale e che permetteranno di sfruttare al massimo le superfici esterne con azioni green».
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