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Lo vedi spesso (senza frutto) e forse non sai cos'è: il "pomo siciliano" dal nome biblico

Compaiono fra le campagne siciliane in grossi cespugli, producendo frutti per lo più gialli che somigliano ai pomodori, ma attento a mangiarli: potresti sentirti male

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 12 febbraio 2024

Il pomo di sodoma

Compaiono fra le nostre campagne con dei grossi cespugli, producendo frutti per lo più gialli e molto duri, che somigliano leggermente ai pomodori.

Sono i pomi di Sodoma, conosciuti dai botanici anche come Solanum linnaeanum, delle Solanacee di origine sudafricana che hanno una storia molto antica.

Già dal loro nome si vede dove si vuol andare a parare: è una pianta mitologica, che l'umanità ha inserito all’interno delle proprie leggende, a partire da quando giunse per la prima volta in Europa.

Oggi non è più conosciuta dalle masse come un tempo, ma durante il Settecento e l’Ottocento era celebre quanto la Belladonna (Atropa belladonna) e la Mandragora (Mandragora officinarum), essendo inserite nella lista delle piante dalle proprietà "magiche".

L’origine della fama di questa pianta è abbastanza semplice. Quando giunse per la prima volta nel Mediterraneo, si diffuse la leggenda che fosse l'unica pianta ad essere scappata dalla punizione divina di Sodoma e Gomorra, riuscendo a crescere anche all'interno del deserto di sale che si propagò attorno a queste due città, dopo che Dio aveva avvisato Noè di sfuggirvi.
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Tuttavia, per continuare a punire gli esseri umani, Dio impose alla pianta di produrre frutti in apparenza belli ed invitanti, ma che una volta apparti nascondevano solo cenere o una polpa salata.

In effetti, le bacche del Solanum limnaeanum hanno una polpa che dopo la maturazione e la marcescenza forma una polvere nerastra, il che ha portato gli esploratori europei ad identificarle proprio con le mitiche "mele di Sodoma", descritte nella Bibbia, che celavano solo cenere.

In realtà mangiare questi frutti sarebbe persino pericoloso, chiariscono gli esperti, perché contengono elevati dosi di solanina, un alcaloide tossico che è presente in tutte le Solanacee, dalle patate (soprattutto nella buccia, che non a caso eliminiamo) ai pomodori.

Gli effetti di questa sostanza sul nostro corpo sono abbastanza spiacevoli. Provoca infatti diarree, nausea, vomito, bruciore alla gola e allo stomaco, mal di testa, vertigini, mentre ad alte concentrazioni può portare allucinazioni, emorragie alla retina, paralisi e febbri sopra i 40° C.

A essere più pericolosi sono gli ortaggi non maturi, che noi definiamo verdi, o quei frutti come i pomi di Sodoma che per natura nascondono elevate concentrazioni di questa sostanza.

I pomi di Sodoma sono una specie a portamento arbustivo, che può raggiungere i 2 m di altezza, e che noi possiamo riscontrare in diverse campagne o riserve siciliane, essendosi diffusa e naturalizzata in tutto il Mediterraneo, a partire dalla fine del XVII secolo.

Bisogna stare anche molto attenti ad avvicinarsi, visto che sul fusto e sui rami la pianta presenta delle robuste spine.

Le foglie sono plurilobate e lunghe dai 5 ai 12 cm, dal colore verde brillante. Sfortunatamente, in passato le sue bacche venivano utilizzate per torturare i condannati a morte o a estorcere delle confessioni.

Usando infatti la pianta come arma, obbligando le persone a mangiarne i frutti, gli antichi carcerieri d’Europa riuscivano a svolgere il proprio lavoro e compivano una grossa pressione psicologica su tutti coloro che venivano accusati di sodomia.
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