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Dentro le case di contadini e minatori: nel cuore della Sicilia c'è un vero "paese museo"

Un piccolo paese ospita le case originali dell'epoca che testimoniano le attività legate al lavoro nei campi e nelle miniere. Un luogo da scoprire nel cuore della Sicilia

Balarm
La redazione
  • 9 gennaio 2021

Un viaggio in Sicilia offre sempre la scoperta di angoli, apparentemente di nicchia, che rivelano però piccoli tesori tutti da scoprire.

È il caso della borgata di Villarosa, nell’Ennese, chiamata Villapriolo.

Il posto è diventato a tutti gli effetti un “paese Museo”, grazie al recupero di alcune case, restituite all’originale realtà, che insieme costituiscono un museo sulle tradizioni, usi e costumi della civiltà contadina e mineraria.

Sul posto si potranno scoprire la “Casa dello Zolfataio”, ovvero l’antico operaio delle miniere locali, dove sono in mostra una cassaforte in ferro utilizzato dal proprietario della miniera per custodire i soldi da distribuire dopo il lavoro agli operai e un libretto contabile del 1937.

Un reperto unico che sulla copertina riporta la dicitura “settimanale” e che serviva a registrare i nomi dei minatori, i giorni e gli orari delle prestazioni, la loro contabilità con il relativo punteggio di produttività.
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A seguire si possono scoprire, ripristinate in piena regola, l’abitazione del “Contadino fine ‘800”, la “Casa dell’emigrante”, il “Baglio del Grano”, la “Stalla con le attrezzature del tempo”, la “Bottega del Ciabattino”, la “Casa del Carretto Siciliano”, il “Baglio del Casaro”, per la lavorazione del latte e dei formaggi, ed infine, dentro un granaio di fine ‘800, la “Passione di Gesù Cristo” in miniatura.

In alcune stanze si possono ammirare i tipici “firlizi” cioè le antiche sedie che alcuni anziani realizzano tuttora.

Con l’occasione non si può fare a meno di visitare il piccolo paese che conta circa 678 abitanti e che vanta un’antica storia medievale. Fondato nel 1515, distrutto da un terremoto nel 1693, nel 1735 fu ricostruito e divenne feudo della famiglia Notarbartolo.

Un paio di leggende sono legate al paese.

La prima, quella del "Cavaliere bianco", messa in giro dai più anziani, narrava di un signore vestito di bianco che a cavallo vagava per il paese. Se qualcuno fosse riuscito a toccarlo sarebbe diventato ricchissimo perché cavallo e cavaliere si sarebbero tramutati in denaro.

La seconda leggenda è legata all’esistenza di una grotta vicino al paese.

Si racconta, infatti, che “La fata della grotta” o in dialetto “‘à grutta fata” appariva in sogno dando delle indicazioni precise per recarsi in un luogo dove scavando si sarebbe trovato un tesoro.

Le indicazioni date dovevano essere seguite alla lettera e dovevano essere presenti anche le persone che erano indicate nel sogno, altrimenti anche se si fosse scavato nel posto indicato non si sarebbe trovato nulla.

La grotta durante la guerra servì agli abitanti come rifugio dai bombardamenti.

Tra i monumenti più importanti a Villarosa ci sono anche una Torre Civica, a pianta quadrata alta 15 metri con quattro aperture nella parte superiore, dalle quali si domina la piazza e con un orologio che segna con i suoi rintocchi il passare del tempo.

E poi la Chiesa di San Giuseppe, che il Duca Notarbartolo fece ingrandire realizzando, anche, il coro. È composta di un’unica navata dove nelle nicchie laterali sono collocate statue di fabbricazione artigianale in legno e in gesso che riproducono i santi.

Il pavimento è in marmo come l’altare. Nella zona dell’altare, ricco di stucchi, si trovano tre nicchie con le statue di San Giuseppe e dell’Immacolata, mentre in quella centrale c’è il tabernacolo in marmo rosa.

Altra opera interessante da vedere a Villarosa è il “Calvario”.

Si tratta di una scalinata fatta costruire nel 1857 da padre Luigi della Confraternita del SS. Crocifisso allora esistente nel paese, con il denaro raccolto dai fedeli. La costruzione durò tre anni in quanto fu eseguita a mano con la pietra locale. Salendo la scalinata lungo le pareti è rappresentata con bassorilievi la Via Crucis e ogni rilievo corrisponde ad una stazione.

Ultima tappa da non mancare è il vecchio mulino dove sono stati sostituiti i macchinari ma l’ambientazione è rimasta la stessa.

È possibile visitare Villapriolo con le attività organizzate periodicamente dal Club di Territorio di Palermo del Touring Club Italiano, attività al momento sospese nel rispetto delle norme per il contenimento del Covid-19.

Per raggiungere Villarosa, e dunque, Villapriolo, da Palermo bisogna imboccare la Strada E90, imboccare l'autostrada A19/E932 in direzione di SS121 a Santa Caterina Villarmosa.

Qui prendere l'uscita Ponte Cinque Archi da A19/E932, mantienere la destra al bivio e seguire le indicazioni per Villarosa/Villapriolo/Nicosia; imboccare poi la SS121 fino a destinazione.
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