AMBIENTE
In Sicilia arrivano gli alieni (e non solo): tutte le specie "avvistate" nel 2024
Vi riportiamo qui un breve elenco, dunque ci scusiamo già se alcune scoperte importanti saranno descritte approssimativamente o se ne mancheranno altre
Avendo parlato spesso in questa rubrica di biodiversità e di fauna e flora siciliana, abbiamo quindi pensato di raccogliere in un articolo le maggiori scoperte scientifiche collegate a questo tema, che sono avvenute nel corso di quest’anno.
Lo faremo tramite un breve elenco, dunque ci scusiamo già se alcune scoperte importanti saranno descritte approssimativamente o se ne mancheranno della altre considerate significative dagli studiosi.
Per quanto riguarda la scoperta di nuove specie, è sicuramente da segnalare l’identificazione di una nuova specie aliena, il millepiedi Oxidus gracilis, la cui presenza sull’isola è stata confermata dagli zoologi Roberto Viviano, Antonino Dentici e Angelo Ditta, che risultano essere fra gli zoologi di nuova generazione più promettenti del palermitano.
Passando temporaneamente alle piante, lo scorso maggio è stato pubblicato un importante articolo sulla flora dei Nebrodi, che ha permesso di determinare una nuova specie di fiori appartenente a uno dei gruppi più tipici della nostra isola.
La nuova specie è stata chiamata Centaurea haluntina dai ricercatori Lorenzo Gianguzzi, Emilio Di Gristina, Giulio Barone e Gianni Antonio Domina, e si trova in alcune piccole regioni della Sicilia nordorientale.
È molto simile a C. busambarensis, tanto da essere scambiata all’inizio per una nuova popolazione di questa specie.
Ad agosto, invece, presso la rivista Kew Bulletin, un team di botanici guidato da Cristina Salmeri e Salvatore Cambria ha scoperto una nuova specie di ciclamino endemico siciliano, il cui nome è Cyclamen brulloi.
La sua popolazione è attualmente limitata ad alcune località della Sicilia occidentale, dove cresce su strati carbonatici.
Come abbiamo riportato alcuni mesi fa all’interno di un articolo, bisogna invece ringraziare Simone Costa e Calogero Muscarella per il ritrovamento di un vero tesoro perduto, ovvero parte della collezione di lepidotteri di Roberto Vinciguerra.
Un grande entomologo palermitano scomparso prematuramente nel 2013 a soli 46 anni. Buona parte di questa collezione – contenente migliaia di farfalle - era stata infatti donata al British Museum di Londra, mentre un’altra parte era rimasta in Sicilia.
È merito di Costa e Muscarella se questa collezione è stata riscoperta (anche un po' per caso) e consegnata ai curatori del museo universitario di zoologia Pietro Doderlain di Palermo, dove si stanno effettuando diversi studi inerenti alla biodiversità del Mediterraneo.
Buttandoci in acqua, infine, è importante sottolineare come anche quest’anno la nostra isola è risultata la meta preferita delle tartarughe marine Caretta caretta, con un vero e proprio record di nascite che ha lasciato stupiti gli stessi ricercatori.
A preoccupare invece è l’arrivo di una nuova specie aliena, l’abramide (il cui nome latino è Abramis brama), un pesce che mette in serie pericolo gli ecosistemi acquatici siciliani, essendo infatti in grado di cacciare le specie autoctone dei nostri fiumi e dei nostri invasi.
Recentemente, infatti, un’attività di monitoraggio svolta dagli esperti di Arpa Sicilia ha identificato due nuove specie aliene all’interno del porto di Catania, una delle quali – la Dynoides amblysinus - non è stata mai identificata in altre regioni del Mediterraneo.
L’altra specie, invece, la Phallusia nigra, è un tunicato (un sottogruppo dei cordati) che proviene dalle calde acque dei mari tropicali, sebbene alcuni suoi individui siano stati avvistati in diversi tratti di costa della Turchia e di Israele a partire dal 1958, ad opera dello zoologo marino Pérès.
E l'elenco non finisce qui, pare destinato ad aumentare nel 2025.
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