AMBIENTE
Dall’Irlanda con furore: la lunga migrazione degli squali galei pescati in Sicilia
La prima testimonianza della più lunga migrazione compiuta da uno squalo galeo tra Atlantico e Mediterraneo e dimostra che come questi siano capaci di lunghi spostamenti
Uno squalo galeo
Questo sorprendente comportamento migratorio è diventato l’oggetto di un recente studio a firma di un team di ricercatori del Cnr-IRBIM di Mazara e del Dipartimento di Biologia e Biotecnologia dell’Università di Roma “La Sapienza” che, nell’ambito del progetto “RITMARE”, ha documentato per la prima volta la lunga migrazione di questa specie. Si tratta di due femmine che, al momento del “tagging” (la marchiatura) misuravano tra 150 e 170 cm e che al momento della ricattura in Sicilia erano cresciute rispettivamente di 34 e 14 cm: un tasso di crescita ben superiore a quello conosciuto finora per gli adulti.
Ad ogni modo, i motivi che spingerebbero questi squali a migrare dall’Atlantico alle acque siciliane restano ancora oggi ignoti. Per rispondere a questa domanda i ricercatori si concentreranno adesso sugli studi genetici anche con il fine di stabilire il grado di connettività tra le popolazioni atlantiche e mediterranee.
La ricerca conferma il Canale di Sicilia come zona ad altissima biodiversità, luogo già identificato come hotspot e nursery area per specie altrettanto vulnerabili come lo squalo bianco; lo squalo galeo necessita infatti di misure di protezione urgenti come stabilito dalla Convenzione di Barcellona (Annex II SPA/BD Protocol) e dalla Commissione Generale di Pesca per il Mediterraneo (GFCM/36/2012/3).
Allo stesso modo, a giudicare dalle minacce legate alla pesca intensiva, al traffico navale ed all’esplorazione petrolifera, è necessario che il Governo Italiano e Tunisino collaborino per creare un grande santuario marino internazionale che tuteli una volta e per tutte il tratto di mare del Canale di Sicilia, ultimo frammento autentico di Mediterraneo, prima che sia troppo tardi.
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