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Dall'abbandono a parco urbano (alle porte di Palermo): rinasce la Chiesa del Roccazzello

Il progetto dell'amministrazione comunale attinge ai fondi del Pnrr. L'obiettivo? Restituire l'area del Roccazzello, che versa da anni nel degrado, alla collettività

  • 7 settembre 2023

Ricoperta da piante e sterpaglie, una volta accoglieva pellegrini e devoti. Dopo 40 anni, la Chiesa di Maria Santissima del Roccazzello di Carini si prepara a riaprire le porte.

Il progetto di riqualifica, approvato dalla giunta comunale a fine agosto, prevede la bonifica del rudere e dei terreni adiacenti, che da anni versano in stato di abbandono e degrado.

Grazie a un intervento di circa 830mila euro, l’area rinascerà sotto la nuova veste di parco urbano. Le opere saranno finanziate con i fondi del Pnrr destinati ai Comuni che investono in progetti di rigenerazione urbana.

L'antica cappella tornerà quindi ad ospitare le celebrazioni, ma verrà utilizzata anche per scopi culturali. L'edificio, di proprietà dell'Arcidiocesi di Monreale, con la quale è stato stipulato un protocollo d'intesa, è privo di copertura.

La breve storia di questa chiesetta campestre, adorna di una miracolosa effigie della Madonna, è rimasta, per lungo tempo, ignota ai Carinesi.
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Gli storici locali legano l'immagine e la cappella alla grazia ricevuta dai carinesi in occasione di una delle tante scorrerie di pirati barbareschi, dalla costa tirrenica all'entroterra. Altri, come il Buffa Armetta, narrano dell'esistenza di una grotta chiamata “u rumitaggio" nei pressi del castello, in cui abitava un francescano, forse artefice dell’effigie miracolosa.

Dell'antica immagine, oggi andata distrutta, si hanno le prime testimonianze nel 1574.

«Una leggenda ancor vivente nel popolino - scrive lo storico Giovanni Filingeri - racconta che un contadino dimorante sotto i gradini del castello ebbe ad osservare per parecchie notti una fiammetta nel sito, dove è oggi fabbricata la chiesetta.

Colpito dal fatto straordinario, di giorno visita minutamente il terreno, e scopre in una lastra di pietra l'immagine della Madonna. Raccolte l'elemosina innalza la chiesetta e accanto vi costruisce un romitorio».

La Vergine dell'effigie è descritta con in braccio un bambino e una corona d'argento sul capo.

«Quando ero ragazzo si celebrava la Messa lì almeno una volta l’anno - ricorda l'arciprete della Chiesa Madre, don Giacomo Sgroi - poi l’accesso a questa zona venne impedito». Negli anni '70, infatti, con la nascita del nuovo asse viario, l’urbanistica della città cambia e il rudere cade nell’abbandono.

In una decina d'anni crollerà anche il tetto e l'intera area diventerà una discarica a cielo aperto.

Il progetto prevede due livelli di intervento: il restauro della Chiesa e il ripristino delle due aree verdi adiacenti.

«Il restauro prevede una conservazione "attiva" dei ruderi della chiesa - spiega l'architetto Lorenzo Talluto, autore del progetto - non prevede il rifacimento delle coperture ma vuole consolidare l’esistente lasciando a cielo aperto l’intera struttura».

La scalinata d'accesso alla Chiesa verrà ripristinata. Verranno inoltre realizzati parte degli intonaci, gli impianti, la pavimentazione e gli infissi.

Tutto attorno sorgerà il parco urbano: «Nei due terrazzamenti realizzeremo un giardino - spiega l'architetto - con le sedute e le passeggiate. In passato quest'area ospitava un vecchio terrazzamento di agrumi, vorremmo piantare un agrumeto, nel rispetto dell'antica conformazione del luogo».

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