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Col Sacco di Palermo non c'entra ma la chiamano così: è l'antica tonnara (in Sicilia)

Un angolo nascosto in cui il vento trasporta antichi racconti e il mare custodisce antichi segreti. La storia di un edificio solitario, con un lungo passato

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 19 ottobre 2024

La Tonnara di Magazzinazzi


Sorge lontana dal Sacco di Palermo. In solitudine.

Un tempo, poco remoto, era parte integrante della vita lavorativa di molti marinai. Oggi è un edificio, un grande edificio che prova a tenere il passo con la modernità, nel ricordo sbiadito del sacrificio.

È la Tonnara di Magazzinazzi.

Lasciato il groviglio urbano di Alcamo, la brezza tirrenica diventa protagonista di un ambiente unico, irreale al tempo d’oggi. Alcamo Marina, frazione di Alcamo, è lo scenario imperfetto di una struttura ricca di fascino.

La località è stata ostaggio di diverse critiche, specialmente tra gli anni Cinquanta e Sessanta, quando fu definita appunto “Sacco di Palermo”. La zona venne sacrificata di fronte a una “gigantesca” speculazione abusiva. Quest’ultima comportò successivamente ingenti danni ambientali (inurbamento), turistici e idrogeologici per le abitazioni già esistenti.

Nel bel mezzo di una devastazione in atto, preesisteva, a partire dal 1634 (studi hanno verificato date antecedenti), un’antica tonnara. Un’eccezione rara, distante dal profondo cambiamento.
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Di proprietà della famiglia Foderà (con proprietà estese anche in territorio libico), per tantissimi anni ha rappresentato la capitale del tonno grazie all’uso della tecnica tradizionale della “mattanza” e la posizione geografica strategica.

Sin dalle prime battute si intuisce la sua importanza. Colori e vegetazione fanno la loro parte. L’ingresso permette di assistere all’immagine cardine che, alla lunga, deciderà le sorti della visita: l’incontro del mare con la tonnara. È intervallata solamente dai ciottoli in assenza della spiaggia. Più in là c’è Castellammare con il suo personale golfo.

Lambita dal fiume San Bartolomeo, la tonnara prova a raccontare storie impegnative di un trascorso spazzato dal progresso (tecniche giapponesi).

La dottoressa Ruggeri, moglie del proprietario, descrive con velata emozione i fatti storici. Le sue parole nascondono tanta verità.

La forma strutturale si mescola a quella tecnica. La casa padronale si eleva su due livelli, ricchi di decorazioni e merlature, e comprende la torre di avvistamento, un tempo utilizzata per sorvegliare le tonnare vicine.

Sul prospetto principale sono presenti delle finestre decorate esternamente con finte piattabande in stile neoclassico. I balconi sono composti da ringhiere in ferro battuto, mentre le piastrelle sono di color giallo e turchese che abbelliscono le merlature presenti nell’edificio. La copertura dello stesso è a padiglione con tegole “alla marsigliese”.

L’introduzione porta dritti alla scoperta dei pezzi pregiati della tonnara.

Grazie al lavoro certosino degli attuali proprietari, reti, vasceddi e attrezzature varie sono state recuperate. Dal rais fino all’ultimo dei guardiani avevano ruoli fondamentali.

Pochi mesi di lavoro, molto intensi, per sostenere economicamente le famiglie. Attenzione, lucidità e spirito di sacrificio erano le componenti basi per l’equipaggio.

Una volta aperti gli ingressi dei capannoni, le immagini parlano da sé. Lu scrusciu di lu mari echeggia dolcemente. Emette suoni delicati, mentre i racconti trasportano le menti attente al passato.

Voci aspre conducono alla cattura dei tonni, evitando che alcuni esemplari possano scappare. Le notti passano velocemente, senza respiro. Sarà un’altra giornata dura, come sempre del resto.

Il complesso è stato parzialmente recuperato nonostante le mille insidie burocratiche. Tanti investimenti fatti e tanti progetti in cantiere.

Quella che fu, un tempo, la risorsa principe di sostentamento, attualmente può essere considerata un’opportunità in ambito turistico.

Lu pruvulazzo di li riti e li ancori d’attraccu provocano scossoni emotivi. Da non sottovalutare. Per non dimenticare le fatiche dei marinai.
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