CURIOSITÀ
C'erano "occhi pisciati" e "coddi di crapa": le 'nciurie, i soprannomi inventati in Sicilia
Un soprannome con cui nei piccoli paesi siciliani venivano identificate le persone. Spesso nasceva da un unico curioso episodio o ne conteneva un preciso ritratto
La 'nciuria che, spesso era originata o da un unico curioso episodio o ne conteneva un preciso ritratto.
Ciccinu cazzu potta nova
Ciccino, figlio di dignitosi contadini, quasi analfabeta, sempre vissuto tra la casa e i campi, venne chiamato per la leva con destinazione finale Roma a fare da attendente ad un colonnello.
In lui che aveva visto poco o niente del mondo, avvenne una trasformazione, e come inebriato da tante novità, tutte vissute con entusiasmo: da timido e taciturno a irrefrenabile logorroico.
Ad ogni sua licenza esibiva il suo nuovo sapere con albagia, fino al definitivo ritorno a casa. Costrinse la madre a cucinare piatti nuovi, a vestire e pettinarsi in maniera diversa. Asfissiava tutti con prediche intrise di saggezza.
- A Roma si fa accussì….A Roma riciunu accussì…
Affrontava ogni argomento con piglio di grande saggio, ampliava l’argomento e partiva da molto lontano, sfinendo gli astanti con digressioni inutili, infarcite di particolari altrettanto inutili e di vocaboli nuovi (spesso non ne conosceva nemmeno il significato ma ne apprezzava l’effetto dagli sguardi ammirati di chi non capiva), per culminare in ovvietà deludenti.
Col tempo, parecchi avevano imparato ad evitarlo, e anche quando nessuno gli poneva domande, pur di dissertare su qualcosa, avvicinava la vittima e poneva lui la domanda:
- ma tu, u sai …..e seguiva la traccia dell’argomento scelto
- ma tu u sai ca pi fari a ranciata non ci mentunu aranci?
- ma tu u sai comu si fannu i sigaretti?
- ma tu u sai ca c’è na liggi…
- ma vui l’aviti assaggiatu mai u frappè?
- ma u sapiti ca c’è na macchinetta capaci di minuzzari comu u puvurazzu, subutu, qualunque cosa?
- visti n’affettatrici a manovella, ca a ogni giru tagghia na fedda di muttadella e facendo il gesto di girare la manovella diceva: ta-ta ta-ta…..ogni ta-ta, na fedda di muttadella.
Occhi pisciati
Era il soprannome di una numerosa famiglia. Erano tutti affetti di un’infezione agli occhi che si manifestava con evidenti secrezioni filamentose e purulente. Allora non esistevano gli antibiotici e nemmeno la prevenzione. All’inizio solo il nonno , poi pian piano tutti gli altri.
Quando la nonna fu consapevole della contagiosità ritenne giusto infettare volutamente anche i compagnetti dei nipotini, faceva loro affettuose carezzine in viso dopo essersi toccata gli occhi, soprattutto ai bimbi che avevano gli occhioni belli. Cominciò a farlo con i figli del figlio che avevano gli occhi belli e sani della madre che detestava, e perché non riteneva giusto che i figli della figlia ne fossero affetti……
Coddi di crapa
Un’intera famiglia dedita al pettegolezzo, usato come passatempo, come terapia per rafforzare l’autostima denigrando il prossimo.
Quando erano nel loro cortile e qualcosa attirava la loro attenzione, si appoggiavano al muretto e sporgevano la testa come fanno le capre quando vogliono arrivare ad un boccone difficile da raggiungere.
Convinti di passare inosservati.
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