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A Palermo le sfinci si regalano (ancora oggi): San Giuseppe nei ricordi di un imprenditore

Come è cambiata la festa in onore del Santo protettore dei più poveri ce lo racconta Giuseppe Prezzemolo che ancora oggi mantiene vive alcune antiche tradizioni culinarie

Balarm
La redazione
  • 16 marzo 2021

Giuseppe Prezzemolo

È il patrono dei falegnami, ma anche il protettore dei poveri ed è anche colui a cui ci si rivolge durante la benedizione del pane. Insomma, è la festa di San Giuseppe che come ogni anno torna il 19 marzo a rinnovare la propria tradizione, molto sentita ancora oggi soprattutto in Sicilia.

Pandemia a parte, infatti, nell’Isola e a Palermo in particolare la devozione per il Santo è accompagnata da una serie di usanze culturali e culinarie e di veri e propri rituali che si tramandano di generazione in generazione e che diventano rappresentativi di molti quartieri del capoluogo siciliano.

Non è raro ad esempio trovare per le strade di molti paesi siciliani delle edicole votive dedicate a San Giuseppe, a cui si affida soprattutto chi si trova in difficoltà.

In molti quartieri di Palermo invece ancora oggi vi è l’usanza di festeggiare la ricorrenza con le cosiddette "vampe", ossia dei grandi falò che vengono accesi per strada utilizzando tutto ciò che si trova in casa tra vecchi mobili, sedie e cassette di legno.
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Si tratta di un'antica usanza legata alla tradizione contadina con cui anticamente venivano purificati i campi accendendo dei fuochi con i residui dei raccolti dell’anno passato. Una sorta di rito di buon auspicio con cui, attraverso il fuoco, si scacciava via l’inverno, il freddo e la stagione magra, e si dava il benvenuto alla primavera, simbolicamente "stagione dell’abbondanza".

Un’altra tradizione, propria del giorno di San Giuseppe, e in voga ancora oggi è quella della benedizione dei pani, che avviene in questo giorno in quasi tutte le chiese. I pani votivi possono essere a forma di colomba (simbolo di pace), a forma di palma (simbolo di redenzione) oppure possono essere dei piccoli panini rotondi con semi di finocchio e anice che vengono offerti dai fornai perché vengano distribuiti ai fedeli.

Insomma, quella di San Giuseppe è una festa dalle radici antiche che ha origine nell’epoca feudale quando i più ricchi e potenti, spesso come segno di ringraziamento per una grazia ricevuta o per chiedere perdono al Santo dei propri peccati, organizzavano un banchetto in casa invitando i bambini più poveri della città.

In seguito questa tradizione si è spostata in strada, dando anche ai più bisognosi la possibilità di partecipare al banchetto.

Col tempo anche quest’usanza si è andata perdendo, anche se c’è chi ancora oggi – seppur in modo diverso – cerca di mantenerla viva e di tramandarla alle nuove generazioni.

È il caso di Giuseppe Prezzemolo, capostipite della famiglia Prezzemolo & Vitale, che ogni anno nel giorno di San Giuseppe regala le tradizionali sfinci a tutti i dipendenti dei suoi punti vendita presenti a Palermo.

Una vera e propria tradizione che va avanti da sempre, sin da quando quella di Giuseppe Prezzemolo e Giusi Vitale era solo una piccola bottega di quartiere. «Nel negozio di via Liguria – ricorda Giuseppe – è sempre stata nostra usanza regalare le sfinci ai ragazzi che lavorano con me. Eravamo solo in 4, oggi siamo una squadra di 250 persone ma la tradizione è rimasta sempre viva e presente».

«Quando ero ragazzino, San Giuseppe era un giorno segnato in rosso nel calendario – ricorda Giuseppe Prezzemolo - Era una festa a tutti gli effetti pensata come momento per stare in famiglia. C’era l’usanza di preparare in casa i due piatti tipici della tradizione, ossia le sfince con la ricotta e la pasta con le sarde».

Un altro momento di convivialità - che oggi purtroppo si sta perdendo – consisteva nell’offerta, da parte dei panettieri di tutta la città, del pane con i semi di finocchietto, prodotto tipico della tradizione di San Giuseppe.

Ed è proprio la parola tradizione quella che ancora oggi è alla base del lavoro di squadra della famiglia palermitana che oggi conta 7 punti vendita a Palermo e 3 store a Londra.

«La tradizione è il nostro punto fermo, ma è anche un punto di partenza per guardare al futuro – spiega Vincenzo Prezzemolo -. Essere tradizionalisti non vuol dire essere conservatori ma significa per noi creare una solida base su cui costruire il futuro. Ecco perché amiamo dire che “tradizione è innovazione”».

Da ben quattro generazioni, ormai Prezzemolo & Vitale offre qualità, ricercatezza e rispetto per la tradizione, con uno sguardo sempre rivolto all’innovazione.

La tradizione passa infatti dalla accurata selezione e dalla ricerca della qualità con cui lo staff individua le migliori materie prime da offrire ai clienti, che devono essere quelle che rispettano i procedimenti originali. È il caso ad esempio del guanciale amatriciano che proviene proprio da Amatrice.

Ed è sempre in nome della tradizione – punto fermo della filosofia della famiglia "Prezzemolo & Vitale" - che nel giorno di San Giuseppe è possibile ordinare i prodotti tipici di questa ricorrenza.

La pasta con le sarde così come le sfinci sono ordinabili online tramite il sito web, oppure attraverso la nuova app o ancora è possibile fare la spesa via Whatsapp 334 6546608, per telefono o via mail e ritirarla in negozio.

Per avere maggiori informazioni sui servizi si può contattare il centralino al numero 091 6119294, attivo dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 19:00.
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