PERSONAGGI
A Palermo c'è una chiesa ucraina: chi è il vescovo (austero) seduto sulla "Savonarola"
Due chiacchiere con monsignor Lorenzo Casati. Italo-americano, proviene da un’importante famiglia. Ha abbracciato “la Santa fede Ortodossa" a 29 anni
Monsignor Lorenzo Casati
Oggi in Ucraina vi sono tre giurisdizioni: una che continua a far riferimento a Mosca, un'Autocefala riconosciuta anche da Costantinopoli e una che ritiene che l'Ortodossia Ucraina non abbia bisogno di alcun riconoscimento, poiché chiesa storica guidata da Stefan di Kiev.
L’incontro di oggi è con questa terza Chiesa Ucraina di Palermo in via Sampolo. È lo stesso Monsignor Lorenzo Casati che mi apre le porte di questo luogo di culto.
È un italo-americano, nato a Brooklyn, proviene da un’importante famiglia, plurilaureato in materie teologiche-bibliche, ha quasi 70 anni ed ha abbracciato “la Santa fede Ortodossa a 29 anni”. La prima domanda è sulle differenze tra le due chiese spesso considerate sorelle.
Mi corregge, seduto sulla sua “Savonarola” dietro le cui spalle vi sono bellissime Icone che brillano di luce dorata, dicendomi che sarebbe più appropriato chiamare ortodossi e cattolici "Cristiani divisi".
Leggendo i documenti della Chiesa, noto, le diversità dai sacramenti, alla liturgia e dottrina; a iniziare dal Battesimo che non è semplice lavaggio dei peccati, ma sancisce la nascita di un uomo nuovo.
Il peccato originale non è una colpa di cui si è personalmente responsabili, tantomeno i bambini, “un bambino non ha nulla da lavare” mi dice Padre Lorenzo.
Questa è solo una delle dispute dottrinali fra le due chiese, che tra i vari punti c’è il "Filioque" (origine dello scisma tra le due comunità), Cesaropapismo, il Dogma dell’Infallibilità del Papa e dell’Immacolata Concezione, all’Assunzione di Maria, il Battesimo Cresima e Comunione (per gli ortodossi in quest’ordine impartiti e tutti insiemi), a tante altre questioni che richiederebbero una trattazione più lunga.
Questioni che si traducono in posizioni diverse: da una parte la chiesa Cattolica vede quella Ortodossa “ ferma nelle tradizioni e riti” ritenendola quasi un “Museo Vivente”.
Gli ortodossi che rimproverano all’Occidente di aver modificato attraverso Concili interpretazioni e dogmi il messaggio delle origini.
Monsignor Casati è stato professore di inglese in diverse scuole superiori di Palermo e ora è in pensione, con il suo accento italoamericano è un piacere ascoltarlo le sue parole entrano e suscitano domande e riflessioni.
È indubbio che abbracciare la fede ortodossa prevede una ferrea spiritualità, studio continuo, condizione che può essere lontana dal nostro modo di vivere frenetico incapace di soffermarsi e rispettare norme e precetti.
Monsignor Casati mi dice che alcuni divorziati si sono avvicinati alla chiesa Ortodossa conoscendo la disponibilità a “tollerare seconde nozze in caso di adulterio o quando il matrimonio è divenuto una finzione”.
È un rito che ha un carattere speciale e prevede una preghiera di assoluzione. Con una punta di rammarico mi dice che alcuni di questi “nuovi fedeli”, dopo il matrimonio, si sono allontanati, mostrando leggerezza e ipocrisia.
Mentre parla, osservo le Sante Icone, la Chiesa Ortodossa non ha statue, questo perché la tridimensionalità è legata alla nostra umanità, mentre dopo la morte, il nostro stato sarà diverso.
Inoltre Umanizzare il Divino fa correre il rischio di creare una fede basata sugli idoli.
Questa mia attenzione alle Icone induce il Vescovo ad aprire le porte del luogo più Sacro, dove chiaramente non posso entrare, mi mostra il Tabernacolo e l’angolo, dove è preparato il pane lievitato per la comunione; dice che il lievito è come “ l’anima nel corpo” questo pane simboleggia la piena umanità di Cristo.
Torno ad argomenti più semplici chiedo come sono i rapporti con il quartiere, risponde che dopo una prima curiosità vi fu anche qualche perplessità, fu considerato un agente segreto o sotto copertura, o una spia.
Situazione cambiata nel corso del tempo, oggi c’è un bel rapporto, cosa che ho potuto costatare una volta usciti con negozianti e persone che lo hanno salutato con affetto e sorrisi.
La Chiesa Sant’Atanasio e Sant’Agata di Palermo deve la sua nascita all’acquisto di Padre Lorenzo dell’edificio, tramite sottoscrizioni e donazioni di amici, parenti e compagni di scuola.
Gli ambienti sono piccoli chiedo dove si svolge il rito del battesimo che prevede una triplice immersione nell’acqua, risponde che viene allestita una piscina gonfiabile.
È dispiaciuto mentre parla, la precedente Amministrazione aveva fatto alcune promesse in merito ad una sede più grande, ma poi tutto è stato dimenticato.
Chiedo quale è stata importanza della Chiesa Ortodossa in Sicilia. Casati mi ricorda che a parte il periodo della dominazione saracena, era l’unica chiesa prima dell’arrivo dei Normanni, solo a Palermo vi erano 20 sedi ortodosse e San Nicodemo fu l’ultimo vescovo ortodosso “per più di 900 anni”.
Bisognerà attendere i Savoia per avere un atteggiamento diverso più disponibile verso la Chiesa. Chiedo sulla guerra, Padre Lorenzo si mostra addolorato e preoccupato, formula parole di pace, ma osserva anche che forse qualcosa poteva essere evitato quando la Russia chiese di entrare nella Nato, richiesta che non fu accolta.
Come ultima domanda chiedo se le due Chiese un giorno si riuniranno, mi dice che non lo auspica e desidera, la Chiesa Ortodossa è l’unica e autentica delle origini, quella dei Nostri Padri, senza alcuna rivisitazione.
Usciamo dalla Chiesa, è una fredda mattina, con il Vescovo andiamo a un bar, lo osservo con il suo caratteristico copricapo cilindrico privo di falda, mi fa compagnia davanti ad una cioccolata calda, il senso di austero misticismo della persona sembrano affievolirsi, rimane un dolce sguardo e compiaciuto sorriso.
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