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Un giro per locali notturni tra sequestri e irregolarità

  • 13 marzo 2006

Da un po’ di tempo a questa parte si legge nella cronaca cittadina, almeno una volta al mese, del sequestro di qualche locale notturno. La divisione di polizia amministrativa e sociale della questura di Palermo sta ponendo l’attenzione sul panorama dei ritrovi palermitani che, più o meno regolarmente, dimostra di non avere la carte in regola per condurre il proprio esercizio. Si tratta di un illegalità diffusa che coinvolge consumatori, Polizia, gestori e, in generale, il mercato stesso dei locali notturni palermitani. Facciamo un po’ d’ ordine. Per fare delle serate danzanti, sia con gruppi dal vivo che con dj, serve una licenza della questura rilasciata previa autorizzazione di una commissione territoriale che dà il benestare su impianto elettrico, condizioni igienico-sanitarie, requisiti antincendio e staticità del locale. I parametri per ottenere questa autorizzazione sono molto rigidi, e diversamente non potrebbe essere, trattandosi di condizioni minime per garantire la sicurezza pubblica. Quindi ogni esercente dovrebbe predisporre i locali e una serie di perizie, non ultima quella dei vigili del fuoco, che costano tempo e denaro.
La polizia amministrativa da settembre ha compiuto diversi sequestri di locali privi di licenza per serate danzanti, per la somministrazione di cibi e bevande o per occupazione di suolo pubblico. Va quindi lodata l’attività della polizia in fase investigativa e nell’esecuzione dei sequestri disposti dall’autorità giudiziaria. Un po’ meno va lodata per le apparenti omissioni nei controlli post-sequestro.

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L’ultimo della lista, il noto pub “Carpe Diem” in via Volturno, ha subito il sequestro il 25 febbraio, ma già dal giorno dopo venivano distribuiti i biglietti pubblicitari della festa del martedì grasso: il 28 febbraio. Il biglietto pubblicitario fu fatale per il “B-Side”, che con questo mezzo si è tirato addosso un controllo della polizia che ha poi portato al sequestro del locale. Perché il biglietto del martedì grasso al “Carpe Diem” non ha portato alcuna conseguenza? Molti gestori tentano comunque l'avventura. La trafila burocratica e i costi per avere un locale con tutti i parametri richiesti dalla legge diventa una voce passiva nel bilancio. Più tardi apre il locale, più tardi il gestore potrà rifarsi delle spese dell’investimento. Così si decide ad aprire in ogni caso, nella speranza di non essere segnalato alle autorità. Ma questi gestori trarranno un guadagno, favorito dai prezzi bassi che possono imporre non avendo sostenuto gran parte delle spese amministrative e di adeguamento dei locali. Quando un giorno saranno sequestrati, pazienza. Fino ad allora il gestore avrà guadagnato e poi, se non si fa scrupoli, una volta calmatesi le acque, riaprirà, magari cambiando il nome al locale. «Questo crea una distorsione nel mercato dei locali notturni – dice a Balarm.it Salvo Principe, gestore dello Zsa Zsa Mon Amour – Io non potrò mai vendere un cocktail a 2 euro e cinquanta. Non ci rientro con le spese. Chi si mette in regola ha, paradossalmente, più noie di un qualunque locale che apre senza essere in regola». In tutto questo la SIAE, che non viene evasa puntualmente, incassa i diritti per le serate danzanti anche in locali non regolari.

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