E' morto Enzo Randisi, il grande vibrafonista jazz
Proprio di quest'ultimo è uno dei ricordi commossi che arrivano a poche ore di distanza dalla scomparsa del talentuoso musicista: «Oggi è andato via Randisi, e io provo nuove emozioni - dice Cafiero - Pensavo dentro di me che non potesse succedere. Enzo dava l’impressione di un uomo destinato ad esistere sempre, e sempre qui, a Palermo, nella sua terra, a fare il jazzista palermitano, perché non me ne voglia nessuno ma Enzo Randisi è stato il primo vero jazzista palermitano, il primo pazzo a Palermo che ha lasciato il “posto fisso” perché non riuscì mai a comandare sul suo cuore. Era più forte di lui, doveva suonare, doveva vivere attraverso la forza delle sue emozioni e della sua natura. Il primo jazzista che ha ostinatamente e volutamente scelto di vivere a Palermo suonando jazz ed esportando in tutta Europa il nome della nostra terra. Enzo ha trasmesso a tutti quelli che oggi vivono di jazz la forza di credere nella professione di jazzista, che in una terra “del cazzo” come la nostra sembra essere ancora oggi un’attività ricreativa, priva di ogni senso culturale e sociale. Stavolta non ho perso un amico, mi accorgo adesso di avere perso di nuovo un padre, perché questo era il mio rapporto con Enzo, ho suonato con lui ininterrottamente dal 1976 agli inizi degli anni 90».
L'ultimo concerto di Enzo Randisi si è svolto per l'Epifania, al Teatro Politeama di Palermo, presenti i più importanti musicisti della città. Mimmo Cafiero era con lui quella sera, e conclude così il suo commosso ricordo: «Non suonavo con lui da tanto tempo ormai, ma il destino ha voluto che lo scorso 6 gennaio al Teatro Politeama suonassimo insieme. L’ultimo brano del concerto, “A Night in Tunisia”, l’ultima esecuzione di Enzo. E c’ero io alla batteria».
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÚ LETTI
-
STORIA E TRADIZIONI
Stella, moglie del "Principone": a chi si ispira la principessa di Salina del Gattopardo
-
STORIA E TRADIZIONI
Avevano l'oro bianco, Franca Florio le rifiutò: donne e "matri" (senza nome) in Sicilia