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Whitaker e quell'immensa collezione volata via dalla Sicilia: solo 20 esemplari rimasti "a casa"

Dopo la sua morte si stimarono circa 10.000 esemplari che componevano la Collezione Whitaker. Un patrimonio che, negli anni, era stato apprezzato da studiosi e appassionati

  • 26 aprile 2021

Un'immagine dell'epoca della collezione di uccelli di Joseph Whitaker

Forse non tutti sanno che la Coturnice di Sicilia, uccello della famiglia dei Fasianidi, è una delle specie endemiche dell’Isola, protetta dalla Comunità Europea (se ne contano alcune decine in tutto il continente europeo).

E forse non tutti sanno che il nome scientifico della Coturnice è Alectoris graeca whitakeri, nome attribuito da uno studioso tedesco in omaggio a Joseph Isaac Spadafora Whitaker, ornitologo di spicco, oltre che archeologo.

Conosciuto come Giuseppe, o familiarmente Pip, di origini britanniche nacque e visse a Palermo dove fece costruire la Villa Malfitano, scrigno di preziosità realizzato in stile Art Noveau che includeva, oltre all’arredo unico della villa stessa, anche una pregiata collezione di uccelli.

Al momento della sua scomparsa si stimarono circa 10.000 esemplari che componevano la Collezione Whitaker, patrimonio che, negli anni, era stato notato e apprezzato, per il suo valore e per il numero di esemplari, da studiosi e appassionati.
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Trentenne, Joseph Whitaker, già appassionato di ornitologia, aderì all'unione degli ornitologi britannici e cominciò un’attività serrata di ricerca e studio, prendendo parte a spedizioni soprattutto in Tunisia.

Queste proseguirono per circa dieci anni, dal 1894 al 1904, periodo in cui Pip raccolse una grande quantità di appunti e informazioni sulla storia naturale degli uccelli e allo stesso tempo di altra fauna della Tunisia.

La collezione si arricchì in breve tempo con uccelli, nidi e uova dalla Tunisia, tanto da essere custodita in un piccolo museo in piena regola che si trovava in una dépendance della Villa Malfitano.

Nella dépendance i campioni provenienti dalla Tunisia si unirono alla collezione, molto ricca, di uccelli siciliani e a quella di Edward Dobson, con specie provenienti dal Marocco.

A questi si aggiunsero, nel tempo, specie di uccelli provenienti da vari paesi sulle coste del Mediterraneo. Diecimila esemplari, appunto, che dopo la sua morte però non trovarono la giusta collocazione in Sicilia.

Vani furono i tentativi della figlia Cordelia, per tutti Delia, di far rimanere a Palermo l’opera del padre, a cui nel tempo sono state dedicate molte specie oltre alla Coturnice di Sicilia.

L’obiettivo principale di Delia era quello di mantenere viva la memoria del padre che, con sacrificio e passione, aveva realizzato una grande opera scientifica e culturale al tempo stesso.

Dopo anni di trattative andate in fumo, la grande collezione di uccelli Whitaker fu smembrata e donata (tra il 1956 e il 1968) da Delia a diversi enti europei, fra i quali il Natural History Museum di Londra (dove si trovano esemplari provenienti dalla Tunisia), e il Royal Scottish Museum e l'Ulster Museum (dove so trovano custodite le specie siciliane).

In Sicilia, però, rimangono ancora oggi una ventina circa di esemplari che, inconsapevolmente, sono rimasti a “casa”, salvandosi dalle donazioni all’estero.

«Negli anni ’80 - ci ha detto Fabio Lo Valvo, Naturalista presso il Museo regionale di Storia Naturale di Terrasini - la Regione Siciliana operò un censimento di tutte le collezioni naturalistiche presenti sull’Isola, rintracciando alcuni esemplari della collezione Whitaker che, dati in prestito momentaneamente, non erano più tornati indietro per diversi motivi e quindi non furono inclusi al momento della donazione fatta ai musei europei.»

In particolare gli esemplari sono stati rintracciati alla Federazione Siciliana di Caccia, a cui erano stati prestati come modelli per gli esami; presso il Museo naturalistico Real Casina a Ficuzza; uno è presente a Terrasini e un altro presso una ripartizione venatoria nel palermitano.

Chissà magari si può sperare che questi esemplari un giorno possano essere nuovamente riuniti e collocati, perché no, nuovamente all’interno di Villa Malfitano, testimonianza, simbolica e in piccolo, della grande passione che Whitaker dimostrò per l’ornitologia, per la Sicilia e per il Mediterraneo in generale.
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